Quest’anno con il gruppo Post Cresima abbiamo vissuto l’esperienza del Giubileo dei Giovani, vivendo un campo scuola con meta Napoli-Roma. A Napoli abbiamo conosciuto la Camorra in tutte le sue facce, dai pentiti, le vittime e i conoscenti. È proprio tra questi che ci è stata raccontata la storia di Don Peppe Diana, sacerdote vittima di Camorra. Il prete che ci ha raccontato questa vicenda è stato molto attento ai dettagli, facendoci vivere proprio quei momenti.
E’ bastato prendere pochi di noi e metterli accanto a lui per farci capire come funziona la Camorra e i danni che può causare, reati come: corruzione, contraffazione, truffa, estorsione, traffico di armi e di droga e omicidio. Questi sono gli aspetti che ci sono stati presentati con un piccolo sketch drammatico sugli ultimi istanti della vita di Don Peppe Diana, prima vittima ecclesiastica di Camorra. Don Peppe Diana viene ucciso a Casal Del Principe nella chiesa di San Nicola di Bari proprio nella sua sacrestia qualche minuto prima di dire la messa il 19 marzo del 1994 e venne ucciso a colpi d’arma da fuoco.
“Per amore del mio popolo non tacerò”, questa la sua frase, il suo motto che l’ha portato a combattere la Camorra, questa la frase che ha dato non solo il via a un’ omelia di una delle sue messe, ma il via a una vera e propria guerra contro uno stato corrotto. L’incontro mi ha colpito molto, e quando sono entrato in sacrestia, è come se avessi sentito ancora quei 5 spari che hanno cercato di tacere, ma che hanno scatenato solo più parole, perché il sacrificio di Don Peppe Diana, come quello di tante altre persone, ci possa aprire gli occhi su come sta andando il mondo e ci possa fare dire: Per amore del nostro popolo…
di Carmelo Monaco