Home Annunziando Conservare la fiamma. La prime – prime comunioni era Covid

Conservare la fiamma. La prime – prime comunioni era Covid

da Don Manlio Savarino
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“Le prime – prime comunioni in tempo di covid chissà come saranno?”. Da più parti si sente riecheggiare questa frase – domanda, unita ad un carico di attesa finalmente esaudita.

Da diversi mesi attendiamo questo momento, ritardato da quarantene estenuanti, preparato da incontri di catechesi straordinariamente innovativi, quelli vissuti in questo anno di pandemia così singolare da scrivere agli annali della storia di ogni comunità. Momento di grande apprensione quello che ci ritroviamo a vivere. È un momento magico quello delle prime comunioni, con il suo fascino inedito. Visi candidi, colori tenui che rispecchiano gli anni di un’infanzia felice e spensierata, che riaffermano il primato del candore e della purezza su ogni altro requisito pre imposto per raggiungere la felicità. Momento di festa diverso dagli altri che trasporta in mondi diversi – speriamo non tanto – di principesse e principi. Anche se dentro il walzer della felicità qualche nota trasporta altrove, suona lo spartito della sofferenza e del dolore, famiglie nel bisogno, lesioni che fanno male di malattia ed abbandoni, tutt’altra cosa che le favole. Eppure le prime comunioni mantengono sempre l’espressione più bella di una festa senza pari.

Ma di che stiamo parlando? C’è il Covid, tutto bisogna rivedere, tutto bisogna ripensare. Ci guardiamo e confabuliamo insieme a catechisti e genitori. E quell’appuntamento tanto atteso dall’ormai dimenticato 2020 ha da ripresentarsi in maniera del tutto innovativa.

Sì, le prime – prime comunioni era covid nella nostra comunità non avranno certamente l’impronta degli anni passati. Mancheranno stuoli di invitati e mancherà quella folla che contraddistingue questi momenti, ghiotti ai più di celebrità, occasioni propizie per estasiarsi e vivere un “pizzico di felicità” nella triste realtà che ci circonda, gioco del destino che questa generazione sta affrontando in maniera inedita.

Anche se le rinunce sono reali e sofferte – l’esteriorità ha infatti la sua importanza poiché permette di esprimere la gioia di qualcosa di bello e grande che si riceve – dobbiamo pur ammettere che le “primizie” di un tempo così complesso sono altrettanti promettenti. L’attuale situazione restrittiva ci ha spogliato di tanti orpelli, orientandoci verso l’essenziale. Chissà quante volte abbiamo ascoltato – oramai con disgusto – questa parola: l’essenziale. Ma riscoprire l’essenziale è occasione ghiotta per riscoprire il motivo, l’unico, della nostra intima gioia; tesoro per il quale vale la pena rinunciare all’eccessivo, perla di grande valore, sperata e agognata, motivo per il quale si può anche vendere un campo. E’ l’incontro che fa la differenza.

Un termine salta subito alla mia attenzione: ADESSO. E ritorno ai tempi passati, alle feste di prima comunione (mai del tutto accettate e che personalmente cercavo di evitare fuggendo qua e la per il semplice motivo di scappare da un palcoscenico appositamente improntato). Adesso è semplicemente la sfida dell’oggi. Diceva Papini “Quando sarete vecchi vi scalderete alla cenere della brace che è divampata nella vostra giovinezza”.

La sfida, da intrattenere con cura e attenzione in un tempo di tentazioni esilaranti – quali la fuga e la superficialità del vivere oggi più che mai proiettati al futuro pensando che il presente non abbia nulla da comunicare – , è quella di conservare un piccolo carbone rovente dell’incendio che è divampato a questa età così piccola e passeggera.

Vado indietro allora alle mie letture cariche di pathos che solo un santo vescovo, Don Tonino Bello, ha saputo suscitare negli anni della formazione, lui con parole ispirate e con accenti innovativi, mostra un nuovo slancio per guardare un futuro, valorizzando il presente, presentando ciò che sarà non distante, ma attuale come non mai.

Carissimi ragazzi … “Non abbiate paura quindi di innamorarvi adesso, di incontrarvi adesso, di essere stupiti adesso, di essere entusiasti adesso”. Parole illuminanti, l’adesso che tutti vogliamo ascoltare. Il termine più appropriato per vivere bene questa esperienza: l’adesso.

“Non abbiate paura di guardare troppo in alto, di sognare per paura che poi la realtà vi metta tragicamente di fronte a ciò che è”. Ecco cosa ci danno i nostri ragazzi che si apprestano a ricevere per la prima volta Gesù nell’eucarestia: la possibilità del sogno. Abbiamo proprio bisogno di questo, in un tempo disincantato: la prospettiva del sogno. Che il giorno della vostra prima comunione non sia (come forse l’abbiamo per più anni pensato) un rito inespressivo, corredato da cerimonia simil nuziale. E’ il momento in cui a far visita alla vostra vita è proprio Gesù, maestro dei sogni. E’ una compagnia speciale la Sua, una compagnia divina che nessun virus potrà mai smorzare, e di cui nessuna pandemia potrà mai privare. Anche quando “doveste sentirvi a pezzi, delusi, anche se foste con tutte e quattro le ruote sgonfie e senza il ruotino di scorta, non abbiate paura: il Signore viene davvero ad aiutarvi, a farvi diventare creature nuove”.

Mi accorgo che forse il messaggio risulta attuale come non mai. Le prime – prime comunioni post covid portano allora il segno – sogno della speranza, conducono al gioco mai finito della vita, incitano a giocare insieme, fratelli tutti, angeli gli uni per gli altri – e anche la veste bianca dei bimbi protagonisti ci suggerisce qualcosa – “profeti della primavera”, così conclude Don Tonino.

Auguri cari ragazzi! Auguri di cuore da parte della comunità tutta. Non fate della vostra festa – il “benedetto” covid ci fa da lezione – una “fiera della vanità”. La terra, la nostra comunità, ciascuno di noi adulti, abili nella vita ma resi improvvisamente disabili dalla realtà, guardiamo a voi. Per non rabbrividire, abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di “vestali della speranza che ne sorvegliano la fiamma”.

1 commento

rosariapiazzese36@ gmail .it 29 Maggio 2021 - 14:38

Eccezione,come sempre ” il giorno della vostra prima Comunione è quando ,a far visita alla vostra vita, è Gesù, maestro dei sogni, una compagnia divina.

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