Home Da Mihi Animas Il Cristo Risorto antico

Il Cristo Risorto antico

da Redazione
909 visualizzazioni

Voglio riportare una notizia, simile a quella che ho scritto a conclusione dell’articolo “U Quaranturi”, ma questa volta di risultato positivo e, comunque, non completamente negativo.

Questo antico crocifisso, era stato trovato alla cava, come “U Patri a Culonna” che, chiamavamo “U Viecciu” e, quindi, della stessa fattura, fatta cioè con i sacchi di “zammarra e issu” (il gesso). Venne trovato, precisamente, nell’antica chiesa “Ra Nunziata” con un braccio rotto, che venne subito riparato.

Quindi il crocifisso venne portato a Ispica.

Negli anni 60, però si pensò di sostituirlo, perché troppo pesante, per portarlo in processione e, soprattutto, per l’incontro che avveniva al corso Garibaldi con la Madonna della chiesa Madre. Il Cristo, poi, non piaceva tanto, perché mezzo nudo (con pochi panni addosso) e, soprattutto, perché aveva nella mano sinistra una bandiera rossa. Si decise, così, per la processione e l’incontro di Pasqua, di comprare una statua nuova.

Una rappresentanza di “confrati” si recò ad Ortisei per ordinarla.

Purtroppo, arrivò ad Ispica una piccola statua di circa 1 metro e 30 con tutto il piedistallo. Come fattura era ottima. Questa statua rimase sino agli anni 80 e lo chiamavamo “U Picciriddu”. Il “vecchio resuscitato” venne messo, al solito, in quel “majazzè” ove rimase per qualche tempo.

Nel frattempo, non ricordo l’anno, purtroppo a un signore è venuto a mancare il figlio. Così, dal momento che aveva sentito delle lamentele per la statua del Cristo Risorto troppo piccola, un giorno propose alla Rettoria che avrebbe avuto il piacere di comprare una statua nuova in ricordo del figlio. La proposta venne accettata e, così, sempre ad Ortisei, venne ordinata una statua nuova del Cristo Risorto. Arrivò ad Ispica una bella statua che viene usata per la processione di Pasqua. Sempre di ottima fattura perché venne fatta, cesellata a mano e, sempre in legno, del figlio del maestro che aveva confezionato la statua dell’Addolorata e quella di San Giovanni XXIII.

Al Parroco Curto, nel frattempo, negli anni 80, era succeduto il Parroco Ferlisi, il quale, credo verso l’84, l’85 pensò che, lasciare il crocifisso vecchio nel “majazzè” era qualcosa di ingombrante. Così, un giorno, comunicò ai “confrati” che, chi avesse voluto, poteva anche prenderlo e portarselo a casa.

Anche questa statua, dopo qualche tempo, scomparve, ma, nessuno, diceva chi l’avesse presa, nessuno dava notizie. Ricordo che si pensò, all’inizio, che fosse stato qualcuno della Rettoria, perché proprio la Rettoria aveva le chiavi del “majazzè”. Comunque questa storia si chiuse per un po’ di tempo.

Il vecchio crocifisso, però, voleva ritornare a casa sua, per cui, un giorno, negli anni 90, sussurrò ad un signore il luogo dove si trovasse. Fu, così che quel signore trovò una statua abbandonata in una campagna, (meglio tacere il nome del proprietario) sotto un albero di carrube. Era il vecchio crocifisso con un braccio rotto, nella cui incavatura le vespe (“i lapuna”) avevano fatto il nido.

Spaventato scappò per il timore di essere punto. Ma non si diede per vinto, tornato ad Ispica con un “motocarro” (mi ricordo che venne usato questo termine) del carrettiere, chiamato “U Jcu”, e aiutato da quattro “picciuotti”, riportò il Cristo in Paese. La statua venne sistemata nuovamente nell’antico “majazzè”, dove, in precedenza era stata collocata. I nostri padri lo chiamavano “U Lazzaruni”.

In seguito, con la Rettoria di Gaetano Fidelio e, grazie anche al professore Corrado Monaca, si ottenne un finanziamento per restaurare l’organo. Siccome una parte dei soldi era avanzata, la persona che aveva restaurato l’organo, fu propensa, anche, a restaurare il vecchio Cristo Risorto.

Il Cristo restaurato è quello che attualmente è nella nicchia antica, con i soldati romani ai lati.

Il primo anno, ricordo, che festeggiammo l’avvenimento, portandolo in processione per Pasqua.

Anche in questa occasione si vociferò il nome del responsabile della sparizione del vecchio Cristo Risorto. Mah!!! Anche questa volta: vox popoli, vox Dei.

di Sara Piazzese

15 commenti

Massimo Innorcia 15 Settembre 2022 - 11:57

Saruzza sempre attenta e
Precisa. L’anno di ingresso del nuovo risorto era il 1993. Nel 92 infatti venne a mancare Mauro Cicciarella un giovane della nostra parrocchia. Grazie per aver parlato ro lazzaruni, nostro “patrimonio “ tutto nunziataro.

Rispondi
Giovanni cafiso 19 Settembre 2022 - 08:16

Ciao ! Professoressa Sara Piazzese
Che bella storia del Cristo Risorto.
Bellissimo portare avanti le tue memorie
Condividerle come sempre i tuoi fantastici ricordi , che oggi possono rimanere insieme altre storie del paese di ISPICA i paesani parleranno e ricordano di te con tanto emozioni.
Giovanni Cafiso

Rispondi
Salvatore Agnello 16 Settembre 2022 - 09:56

Bellissimo non lo sapevo del Cristo vecchio.

Rispondi
Vincenza 17 Settembre 2022 - 15:55

Bellissima storia sarei curiosa a sapere che lo aveva messi in campagna sicuramente un ignorante!

Rispondi
Cristina Scucces 17 Settembre 2022 - 18:36

Come sempre riesci in modo leggero e gradevole a parlare di storia vissuta come questa. Io ricordo benissimo la famiglia che ha regalato il Risorto nuovo dopo aver perso il figlio. Abitavano vicino al mio ambulatorio di Via Capuana

Rispondi
rosariapiazfz36m 18 Settembre 2022 - 11:38

Grazie Massimo e Salvucciu per il vostro commento

Rispondi
Rosa cafiso Filippazzo 19 Settembre 2022 - 08:31

Ho letto l’annuncio da te scritto di ciò tu porti in vita a i compaesani i tuoi ricordi raccontare come favole
facendomi portandomi emozione. Complimenti e grazie condividere questi bellissimi ricordi.
Brava!!!
Rosa cafiso Filippazzo

Rispondi
Giovanni cafiso 19 Settembre 2022 - 09:32

Ciao ! Professoressa Sara Piazzese ho letto pieno di emozione le storie è Il Cristo Risorto da te scritto portandomi in conoscenza cose che no sapevo ed hai voluto mettere esposti ai lettori e compaesani i tuoi ricordi di storie religiose facendole rimanere nel cuore di tutti . Bravissima!!!
Giovanni Cafiso

Rispondi
Stefania Bracchitta 19 Settembre 2022 - 12:38

Mi complimento con lei che riesce a ricordare queste cose facenti parte del passato x farli rivivere fino ai giorni nostri, un’abbraccio con affetto.

Rispondi
rosariapiazfz36m 22 Settembre 2022 - 15:31

Grazie Giovanni e Rosa Cafiso Cristina Scucces Stefania Bracchitta per il vostro bel commento

Rispondi
Betta Giacomo 20 Settembre 2022 - 12:25

Carissima Prof.ssa Piazzese Rosaria
Sei veramente la storia vivente di ” Spaccaforno” ( Ispica).
La Tua fede cristiana, sorretta da una versatilità straordinaria, racconti
fatti realmente vissuti e , da pochi, conosciuti.
Gli Ispicesi TI rendono i dovuti encomi.
Tuo ” forever” affezionatissimo ex alunno

Rispondi
Patrizia goracci 22 Settembre 2022 - 06:15

Una storia questa sul Cristo Risorto recuperata dalla fervida memoria della nostra Prof. Questa volta intrisa di giallo, con sparizioni e ritrovamenti, ma sempre comunque sapientemente raccontata.

Rispondi
Vincenzo 22 Settembre 2022 - 15:06

Che bella storia raccontata benissimo da Sara!

Rispondi
rosariapiazfz36m 22 Settembre 2022 - 15:40

Grazie mio caro Giacomo Betta mio affettuoso ex alunno per il Tuo sapiente commento

Rispondi
rosariapiazfz36m 24 Settembre 2022 - 17:38

Vincenzo sei un componente del coro il padre della mia carissima Alice ? Grazie per il tuo commento

Rispondi

Rispondi a Vincenza Cancella risposta

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Cliccando su ACCETTO acconsenti al loro utilizzo. ACCETTO Scopri di più