Home Da Mihi Animas Gesù Cristo e il calcio … Lucia Rabbito “suora nunziatara”

Gesù Cristo e il calcio … Lucia Rabbito “suora nunziatara”

da Redazione
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Avviamo la pubblicazione delle interviste che i nostri ragazzi della catechesi, insieme alle catechiste, hanno fatto sabato scorso, in occasione della Giornata Mondiale delle Vocazioni, alle vocazioni “nunziatare”: ragazzi e ragazze della nostra comunità che oggi si ritrovano sacerdoti, frati, suore, vescovi… Iniziamo dalla nostra cara Suor Lucia Rabbito, francescana alcantarina, “outsider del calcio”. Buona lettura … con l’auspicio che porti frutti abbondanti di nuove chiamate nella nostra comunità!

 

Domenica 25 Aprile è stata celebrata la 58° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni istituita da Paolo VI nel 1964. Essa ci fornisce l’opportunità di pregare e riflettere sul dono della chiamata di Gesù a seguirlo in un cammino che si fa missione per la Chiesa e per il mondo. In un tempo così difficile come quello che stiamo vivendo, tempo fatto di fragilità e sofferenza, paure e incertezze sul futuro e sulla vita stessa, risuonano ancor più forti le parole di papa Francesco:

“Le vocazioni tendono a generare e rigenerare vite ogni giorno. Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuori di madri, cuori aperti capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze”.

Così sabato 24 Aprile, il gruppo di 4^ elementare ha ascoltato con grande entusiasmo la nostra concittadina nonché devota nunziatara “Suor Lucia Rabbito” madre superiora del convento delle suore Francescane Alcantarine di Castellammare. Abbiamo avuto il piacere di confrontarci sul tema della vocazione attingendo dalla sua testimonianza di vita. Prima di raccontare l’esperienza fatta dai bambini, ripercorriamo alcune tappe importanti del suo cammino .

Inizia il suo percorso vocazionale nel 2001, dopo gli anni di postulandato all’Aquila e di noviziato ad Assisi emette la prima professione nella Basilica Superiore di San Francesco. I primi tre anni li trascorre a Roma in una casa famiglia per ragazze disagiate, nel 2009 parte per l’Africa centrale, dove resta per un anno al servizio degli ultimi. Rientrata in Italia incomincia il percorso di studi Teologici ed emette i voti perpetui nel 2011. Trasferita a Castellammare di Stabia, dal 2015 è Superiora della Fraternità di Santa Maria di Porto Salvo.

E’ stato un momento molto coinvolgente per i nostri bambini che, felicissimi, attraverso un collegamento su Meet, hanno dato vita ad una lunga intervista ricca di contenuti, pubblichiamo un breve estratto delle domande.

Dove vivi??? Attualmente vivo a Castellammare e dal 2015 sono Superiora della fraternità di Santa Maria di Porto Salvo.

Quali sono le tue passioni? Ho due grandi passioni: Gesù Cristo e il calcio, di quest’ultimo ho fatto un metodo educativo per aiutare i bambini che vivono in questa zona, un quartiere con molti problemi sociali.

Cosa facevi da piccola: Da piccola, più che la chiesa, frequentavo la piazza, dove giocavo a pallone.

Che cosa è la vocazione? E’ una chiamata ad amare e che non riguarda solo le persone consacrate ma tutti siamo chiamati, anche i loro genitori. Alle persone consacrate il Signore chiede un amore che faccia spazio a tutti.

Perché hai scelto tra tante famiglie religiose quella francescana? Dopo aver incontrato nel mio cuore l’amore di Gesù per ogni uomo, ho approfondito la figura di san Francesco, uomo umile che ha amato gli umili della terra. Mi ha affascinato il suo modo di chinarsi sugli ultimi, su chi era emarginato, squalificato, deriso…insomma sugli scartati. Seguire il Signore significava per me fare come aveva fatto san Francesco.

Come è nata la tua vocazione? Sono andata in un campo in Albania, come volontaria e ho conosciuto la congregazione delle suore Francescane Alcantarine, nate 150 anni fa proprio nel centro storico di Castellammare. Il nostro fondatore decise di dare vita a questa congregazione avendo constatato che il quartiere era ferito da usura, prostituzione, analfabetismo. Ancora oggi nonostante siano passati moltissimi anni, si vive di quello che la strada ti offre, non c’è lavoro e i bambini crescono per strada, dove rischiano di finire in giri non buoni. L’abbandono scolastico è altissimo, molti di questi ragazzi non riescono neanche a prendere la licenza media. Vedendo come le mie, ora consorelle, si occupavano degli altri mi sono accorta che prendermi cura di chi aveva bisogno mi gratificava, mi faceva sentire bene. E da lì ho cominciato a pensare seriamente di consacrare la mia vita all’aiuto dell’altro… Dopo averci pensato a lungo ed essermi messa in ascolto, ho sentito che Gesù mi voleva tutta per lui e ho deciso di scegliere la strada che mi portava al convento. Importante è stata l’esperienza missionaria in Africa centrale, a Tchad. Lì ho visto la vera povertà e la mancanza di tutto, anche dei beni di prima necessità, mi sono resa conto di come noi effettivamente abbiamo tutto e che le vere povertà sono altre e non le nostre.

Come hai fatto a capire la tua vocazione? Quale è stato lo strumento che Dio ha usato per parlarti? Il primo e fondamentale incontro con il Signore è avvenuto attraverso la lettura continua del Vangelo. Ogni qual volta leggevo i racconti delle vocazioni dei discepoli del Signore mi sentivo interpellata in prima persona. Ho sentito dentro di me un amore fortissimo che mi spingeva a donare la vita per Colui che mi aveva salvata. La sua parola è entrata dritta nel mio cuore fino a farmi scoppiare di gioia, come chi trova una grande tesoro.

Come trascorri le tue giornate? Le mie giornate sono scandite dalla preghiera e dal servizio al quartiere dove vivo. In questi anni ho imparato che per il Signore nulla di ciò che siamo va scartato… io ho sempre giocato a pallone ed è stata questa la mia fortuna con i bambini che oggi seguo in Oratorio. Li accompagno sia nel loro percorso scolastico, sia durante i lunghi pomeriggi trascorsi insieme. Cerco di trasmettere loro l’Amore che il Signore ha riversato nel mio cuore per potergli far comprendere che tutti e ciascuno sono preziosi per Dio.

Alla fine del’ incontro con suor Lucia abbiamo riflettuto su quello che la nostra cara amica ci ha voluto condividere. Siamo arrivati alla conclusione che: le vocazioni, tutte le “vite chiamate”, sono coloro i quali, hanno donato il proprio cuore e la propria esistenza al servizio di Dio e di tanti fratelli e sorelle bisognosi di consolazione, di aiuto concreto e di speranza nel cammino spesso nebuloso e confuso della vita. Suor Lucia ha invitato i bambini a fare un gemellaggio fraterno con i suoi bambini, per mangiare insieme una buona pizza napoletana. I bambini hanno molto gradito l’invito… sperando di poterla raggiungere presto!!!

Le catechiste e i ragazzi di 4^ Elementare

1 commento

rosariapiazzese36@ gmail .it 30 Aprile 2021 - 09:00

Complimenti alle catechista ed ai ragazzi di quarta elementare per l’ interessante intervista Vi auguro che il gemellaggio si possa realizzare al più presto

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