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La prova di Gedeone

da Redazione
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Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: «Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?». Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian». Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?».

Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mano mia, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se ci sarà rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resterà asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, una volta ancora: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.

(Gdc 6,11-13. 36-40)

Dopo quarant’anni di pace apportati dalla vittoria di Debora e Barac contro i Cananei, gli israeliti si allontanarono di nuovo dai comandamenti di Dio e dalla sua protezione. Gedeone viene scelto da Dio per salvare il popolo e per rimuovere l’idolatria.

Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: «Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?». Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian». Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?».

Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mano mia, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se ci sarà rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resterà asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, una volta ancora: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.

(Gdc 6,11-13. 36-40)

Dopo quarant’anni di pace apportati dalla vittoria di DeboraBarac contro i Cananei, gli israeliti si allontanarono di nuovo dai comandamenti di Dio e dalla sua protezione. Gedeone viene scelto da Dio per salvare il popolo e per rimuovere l’idolatria.

Proseguiamo nella lettura e nella conoscenza dei pannelli che adornano la volta della Basilica SS. Annunziata di Ispica.

La storia di Gedeone la troviamo narrata nel Libro dei Giudici, ai capitoli 6, 7 e 8. Come sappiamo la conquista della Terra promessa non avviene in tutta la sua estensione e neanche in un solo ciclo di battaglie, ma negli anni. Questo sta a significare che le tappe della nostra esistenza richiedono, preparazione, impegno, costanza, costanza e spesso sacrifici.

Israele cade ancora una volta nell’idolatria, il Signore lo punisce (secondo il linguaggio veterotestamentario) e lo consegna ai Madianiti che lo opprimono e lo riducono in grande miseria; il popolo grida il suo dolore al Signore che si pente e manda loro un nuovo profeta.

Vediamo come in un cliché che ad una ricorrente caduta di Israele nell’idolatria, si contrappone la misericordia di Dio che abbonda ed alla quale non ci si può sottrarre. Il messaggio teologico di fondo di queste narrazioni è l’annuncio dell’amore di Dio per l’umanità, nonostante la incorreggibile malvagità di quest’ultima.

La prova di Gedeone raffigurata nel pannello, rappresenta la grandezza di Dio che si abbassa al livello della sua creatura.

Come ognuno di Noi, Gedeone è titubante nei confronti della missione a cui Dio lo ha chiamato. Non si sente all’altezza e indugia, perde tempo, chiede prove inconfutabili.

Arriva anche a chiedere l’impossibile: lascia un vello fuori tutta la notte e chiede che la rugiada bagni solo quello; e così avviene.

“No, non può essere” avrà detto tra sé. Dunque chiede che l’indomani mattina tutta la terra rimanga bagnata dalla roccia e solo il vello sia ritrovato asciutto; e così avviene di nuovo.

Adesso non può accampare scuse. Al Dio di Abramo, di Isacco, e di Giacobbe non si può dire di no. La cosa è troppo evidente, non può tirarsi indietro. Da lì a poco Gedeone sarà nominato generale delle truppe israelite e dopo aver portato al termine la sua missione con la vittoria finale, sarà nominato giudice a vita, garantendo altri quarant’anni di pace.

La storia di Gedeone vuole essere un momento di catechesi, un modo per mostrare l’atteggiamento del credente. Gedeone è un piccolo, un debole, un povero. Il saluto e il messaggio che riceve dall’angelo del Signore è molto simile (e per certi versi uguale) a quello che riceverà Maria la madre del Signore; è un invito a farsi strumento di liberazione in obbedienza all’azione di Dio.

Egli chiede a Gedeone di combattere contro migliaia di Madianiti con soli 300 guerrieri al suo seguito, per sottolineare che questa sottomissione è opera della Sua potenza.

Come molte volte avviene nelle narrazioni della Bibbia, a partire da Mosè, il Signore si fa strada in ognuno di noi, attraverso i canali della nostra debolezza. Ci chiede di non anteporre la nostra forza e la nostra personalità ai suoi disegni, ma di metterle al suo servizio.

Solo attraverso la potenza di Dio possiamo vincere autenticamente le nostre battaglie; il suo intento è quello che l’uomo interiorizzi che se vuole può andare molto al di là di se stesso, perché Nulla è impossibile a Dio.

La paura di Gedeone di combattere contro i Madianiti, un popolo crudele ed efferato, è anche la nostra paura, è la condizione di ognuno di noi.

Dio non lo vedeva per quello che era in “quel momento”, ma lo vedeva per quello che sarebbe diventato “dopo”, alla luce della condizione che si fosse affidato nelle Sue mani. La stessa cosa che Dio vorrebbe fare con ognuno di noi, cercando con tutti i modi di proporci la fede nel suo Nome come antidoto contro la paura, come antidoto contro il nostro appiattimento verso un cristianesimo comodo ed edulcorato. Se pensiamo che esiste un’auto salvezza supportata da buoni propositi e accomodanti precetti festivi e coltivare una rispettabile reputazione, il giudice Gedeone non è riuscito a insegnarci nulla.

Dio non desidera che viviamo la nostra vita nel recinto del personaggio che ci siamo costruiti, costringendoci poi, usando un linguaggio contemporaneo, a vivere nel “lockdown mentale della paura”… Lui desidera che viviamo nella LIBERTÀ’ DEI FIGLI DI DIO! perché Grandi cose ha fatto in noi l’Onnipotente e Santo è il Suo Nome.

 

                                                                     Salvatore Donato BRUNO

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