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L’identità della famiglia e la missione alle coppie

da Redazione
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Articolo di una nostra coppia comparso ne “La Vita Diocesana” nella rubrica curata dalla Pastorale Familiare Diocesana, riguardante la testimonianza di una coppia animatrice dei percorsi di preparazione al matrimonio.

Eravamo ancora adolescenti quando, tra i banchi di scuola, è iniziata la nostra relazione di coppia. Il nostro fidanzamento è stato piuttosto lungo, frequentavamo gli stessi amici ed eravamo impegnati in gruppi di formazione cristiana in comunità diverse. Ciò ha fatto nascere in noi il desiderio di costruire una famiglia alla luce della fede e dei principi evangelici: sognavamo un matrimonio che significasse piena realizzazione della nostra vita in coppia alla scoperta del disegno di Dio su di noi. È stata, quindi, naturale la scelta di celebrare il matrimonio sacramento.

Nel prendere in cura la nostra relazione abbiamo sempre più consapevolizzato la ricchezza e la gioia del nostro essere sposi in Cristo. Condividendo la nostra esperienza di coppia con altre famiglie, siamo stati, poi, coinvolti nell’accompagnare i fidanzati durante il percorso di preparazione al matrimonio.

Abbiamo avuto modo di conoscere tante coppie di fidanzati, desiderosi di scoprire le dinamiche e gli strumenti utili per costruire una relazione stabile e duratura. Il modo di vivere il fidanzamento si è via via evoluto: oggi nei gruppi sono presenti anche coppie conviventi, anche con figli, che chiedono di sposarsi in chiesa. Ci siamo chiesti allora: cosa spinge questi giovani fidanzati a una scelta di questo tipo? La convivenza è l’opzione sicuramente più immediata e gratificante, libera – apparentemente – da vincoli e per questo più rassicurante. Inoltre, tante coppie credono che sposarsi in chiesa sia molto impegnativo dal punto di vista economico, tanto da indurli a rinviare questa scelta.

Partecipando al percorso di preparazione al matrimonio, alcune riferiscono di aver maturato la volontà di costruire insieme un rapporto più definitivo, che “duri per sempre”; altre manifestano il desiderio di ricevere la benedizione di Dio per la loro unione come garanzia di solidità e conferma del loro amore. Notiamo, anche, in queste coppie una maggiore consapevolezza e convinzione nel chiedere il sacramento: sono, infatti, più libere da convinzioni sociali, tradizionali e dalle influenze familiari.

Ogni volta le accogliamo senza pregiudizi, senza far pesare loro la scelta della convivenza, in un clima aperto e ospitale; la presenza dei bambini, poi, contribuisce a far nascere immediatamente un clima familiare. È fortemente presente in loro il bisogno di essere accettati, di sentirsi coinvolti e partecipi, di ricevere risposte alle loro curiosità e dubbi e di nutrire il loro interesse.

Ferme restando le linee guida del percorso di preparazione al matrimonio, particolare attenzione viene data alla sostanziale differenza tra il Matrimonio Sacramento e quello civile. Le coppie vengono accompagnate a scoprire le coincidenze, le divergenze, le prospettive temporali e le diverse espressioni usate nelle due formule rituali. Entrambi i riti richiedono fedeltà, coabitazione, educazione e attenzione ai bisogni dei figli, ma le differenze sono sostanziali e hanno presupposti e profondità differenti.

Il matrimonio civile è un contratto, quindi si può sciogliere quando si vuole, i coniugi hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri e in caso di disaccordo interviene il giudice per risolvere la situazione.

Il matrimonio religioso è un patto, un’alleanza fra l’uomo, la donna e Dio, ci si sposa in tre. L’amore di coppia ha le stesse caratteristiche dell’Amore di Dio: fedele, inesauribile e gratuito, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, tutti i giorni della vita – caratteristiche, queste, che aprono la pista dell’indissolubilità. La coppia che celebra il Matrimonio Sacramento sceglie di volersi bene come ama Dio, certa di essere sostenuta durante il loro cammino insieme dalla grazia dello Spirito Santo.

La nostra testimonianza di vita matrimoniale vissuta alla luce del sacramento sconvolge positivamente questi fidanzati. A stupirli, spesso, è il cambio di prospettiva: da una relazione semplicemente orizzontale, basata sul principio del ritorno personale, alla relazione come dono l’uno per l’altro, con cui ci si accoglie nel rispetto della diversità di ciascuno. Ogni persona è un mistero, un tesoro inesauribile. Essere sposi significa anche saper attendere i tempi dell’altro, che non sempre coincidono con i propri, e continuare ad avere fiducia senza arrendersi di fronte alle difficoltà.

Ogni nostro gesto di attenzione reciproca rappresenta la cura della relazione di noi sposi e rende manifesto sulla terra l’Amore di Dio: questo eleva il nostro essere sposi, pur con le nostre fragilità, le nostre ferite, le nostre incomprensioni, le nostre cadute ad una dimensione soprannaturale e ci investe di grandezza.

Per far vivere nella concretezza l’identità della famiglia, piccola Chiesa domestica, e la sua missione d’amore, quest’anno abbiamo scelto di trascorrere con i fidanzati parte degli incontri nella nostra casa, durante la cena. In questi incontri domestici la presenza alternata di altre coppie ha fatto sentire vivo il sostegno della comunità, fonte di nutrimento e luogo di azione dello Spirito. Questa modalità ha favorito un coinvolgimento e un’apertura più immediata. Sono stati trascinati dal nostro raccontare esperienze di condivisione riguardanti le dinamiche con le rispettive famiglie d’origine, per far nascere e sviluppare il “noi” di coppia e creare quella complicità ingrediente necessario dello stare insieme. Abbiamo raccontato come negli anni la presenza di Dio nella nostra vita è divenuta più centrale e presente; come le vicende liete e meno liete sono state accolte con la consapevole fiducia nel Suo progetto su di noi; come nel tempo il nostro dialogo è diventato più fluido e costruttivo, più affinato e approfondito. Abbiamo imparato, inoltre, a riconoscere i nostri difetti e quelli dell’altro, cogliendo i lati migliori di ciascuno. In tutto questo, nostro sostegno è stata sempre la preghiera di coppia: ringraziare, offrire e chiedere a Dio insieme è l’opportunità per far conoscere all’altro la nostra umanità, i nostri desideri, le nostre paure e le nostre incertezze. Il confronto costante con la Parola è motivo di unione fra di noi e con Dio, e rafforza la nostra appartenenza a Lui.

Dio ha scelto noi sposi per diffondere la Sua presenza nel mondo. Questa è l’essenza e la ragion d’essere del matrimonio cristiano.

 

                                               di Emanuele e Carmela Sudano

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