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Andrea Amore: Il nostro piccolo “don”

da Redazione
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In occasione della Giornata Mondiale delle vocazione, i bambini di 2 e 3 elementare hanno intervistato don Andrea Amore, uno dei giovani preti, la cui vocazione è nata all’ombra del campanile “nunziataro”. E’ la seconda intervista che segue nel nostro giornale alle vocazioni nostrane.

Cresciuto nella nostra parrocchia, ha sentito fin da piccolo la chiamata diventare prete. Educato secondo i criteri cristiani si è inserito nella vita della comunità, prima da allievo del catechismo e poi facendo lui stesso il catechista, primo scalino verso il sacerdozio. Nell’intervista che segue, Andrea racconta le circostanze che hanno segnato la sua avventura cristiana. Il racconto diventa anche una storia collettiva, la storia di chiunque avverta il bisogno di realizzare un certo progetto di vita.  Lungo il cammino, tante piccole scintille lasciano intuire da dove provenga quella freschezza e quel sorriso di gioia che vediamo da sempre nel volto del nostro “Andrea”, che adesso è diventato un Don.

I nostri piccoli lo hanno bombardato di domande hanno voluto sapere tutto ma proprio tutto. E il nostro “don” è stato pronto a rispondere con il sorriso sulle labbra.

  1. Come hai sentito la voce di Gesù che ti chiamava? (Aurora)

Non col cellulare, non con le orecchie ma col cuore. Sin da quando ero piccolo Lui mi chiamava. Io sono cresciuto in Parrocchia ma crescendo e facendo le mie esperienze ho capito che Lui mi chiedeva qualcosa di più di quello che già facevo, il Signore mi chiedeva di donarmi agli altri. Io non ero sicuro che questa fosse proprio la Sua chiamata così mi sono confrontato con il Parroco di allora, Padre Stella, e ho capito quale fosse il Suo progetto per me: essere sacerdote.

  1. Perché ti sei fatto prete? (Nicholas)

-Perché Dio ha fatto nascere questo desiderio in me. Dio ha un progetto per ognuno di noi attraverso il quale possiamo raggiungere la felicità. Il Suo progetto per me è stato quello di diventare sacerdote, così ho raggiunto la felicità.

  1. Ti ricordi di quando ti sei fatto prete? (Leonardo)

-Mi sentivo preso dai tanti preparativi, avevo tante cose a cui pensare ma più si avvicinava la meta più ero sereno e contento. Quel giorno nella Cattedrale di Noto ho capito che quello che stavo facendo non era un passo fatto da me soltanto, ma lo facevo insieme a Dio, ho sentito la Sua presenza accanto a me e questo mi ha dato tanta serenità e gioia. E’ stata un’emozione fortissima.

  1. Hai conosciuto il Papa? (Sonia)

-Non personalmente però ho partecipato all’Udienza in Vaticano due volte. Tutti noi possiamo conoscerlo.

  1. Cosa ti piace dell’essere Parroco? (Emma)

-Celebrare la Messa perché capisci che stai facendo qualcosa di grande.

-Confessare le persone perché durante la Confessione ti consegnano i propri peccati e tu sai che in quel momento si sentono rinate e guarite. Quando sei prete percepisci che incontri il Signore nelle persone che ti stanno davanti.

Gesù lo incontri in tre modi:

-ascoltando la sua voce, nelle letture durante la Messa è Dio che ci parla;

-incontrando la Sua presenza durante l’Eucarestia quando quel pane diventa Gesù; –

Amando i fratelli e le sorelle, incontriamo Gesù nel volto delle persone che ci sono accanto.

Durante il Battesimo lo Spirito Santo è entrato in noi, in tutte quelle persone che ci sono accanto c’è Dio. Per tutti questi motivi è importante andare a Messa, per ascoltare Dio.

  1. Dove sei parroco? (Aurora)

-Sono Viceparroco a Modica presso la Chiesa del sacro Cuore. In questo periodo stiamo preparando130 ragazzi per ricevere il sacramento della Cresima. In parrocchia ci sono tanti ragazzi e bambini della Catechesi ed è molto bello qui. Mi farebbe davvero piacere se mi veniste a trovare.

  1. Il Catechismo ti ha aiutato nel tuo cammino vocazionale? (Mario)

-A volte mi annoiavo ad andare al Catechismo, però nello stesso tempo mi accorgevo che quello che imparavo poi lo mettevo in pratica, la domenica andavo a Messa, frequentavo la Parrocchia e così ho capito qual era il progetto di Dio per me. Il Catechismo è stato molto importante nel mio cammino di crescita non solo spirituale ma anche umana. E mi ha fatto capire qual era la strada che Dio aveva pensato per me.

      9.Mentre pensavi di farti prete hai avuto dei ripensamenti? (Giovanni)

-In quel periodo mi sono innamorato di una ragazza ed ero combattuto tra l’amore tenero e l’amore per Dio. Mi sono chiesto se effettivamente sarei stato felice con questa ragazza e in quel momento mi sono reso conto che sarei stato felice solo con Gesù. Sono i momenti di tristezza che ti fanno capire cosa è meglio per noi e dobbiamo affrontare questi momenti con coraggio.

Cosa ti ricordi di quando ti sei fatto prete?

– Mi ricordo di come mi sentivo prima, preso da mille preparativi, cose a cui pensare, ma più si avvicinava la meta più ero contento e sereno e capivo che quello che stavo per compiere non era un passo voluto da me, ma un passo che Dio voleva che io facessi. E questo mi dava tanta serenità e gioia.

  1. Come hai fatto a lasciare tutto per diventare Sacerdote? (Silvio)

-Quando ami una persona sei pronto a lasciare tutto per lei. Se tu al Signore dai 2 lui ti dà 4, noi diamo qualcosa a Lui ma Lui ci dà molto di più. Dio toglie il niente e ci dà il tutto. Amare il Signore non è cercare di colmare l’amore che Lui ci ha dato, Lui vuole soltanto che ci lasciamo amare. Se noi ci scopriamo amati diventiamo amanti, cioè persone che amano Dio.

  1. Che lavoro volevi fare da grande? (Santo)

-L’archeologo in Egitto perché amavo l’Egitto. Poi crescendo sono diventato sacerdote. Tante volte scegliere non è facile ma scegliere significa sapere qual è la cosa migliore.

  1. Vorresti tornare indietro nel tuo cammino vocazionale? (Angelica)

-No, non voglio, perché nel cammino che ha intrapreso ci ho solo guadagnato, anche nei momenti difficili so che ci ho solo guadagnato.

Il nostro Don Andrea ci ha dato una splendida testimonianza di vita, vissuta nel desiderio di realizzare non un suo progetto ma un progetto più grande il progetto di colui che tutto sa e ci ha lasciato con questa affermazione: “Dio ha un progetto per noi lui vuole che noi siamo felici lui vuole la nostra felicità, e per far questo ci lascia spazio ci fa fare la nostra vita. Ma in questo spazio c’è una voce che ci dice cosa fare basta semplicemente mettersi in ascolto. Dio ci ha regalato la libertà lui non entra a forza nella nostra esistenza, ma se lo ascoltiamo in lui troviamo la felicità vera”.

Ringraziamo Don Andrea per la sua testimonianza molto bella vera e reale, il racconto di un ragazzo che non ha fatto altro se non mettersi in ascolto di una voce.

Le catechiste e i bambini di 2^ e 3^ elementare

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