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Di benedizione in benedizione. Grazie caro Padre Deo

da Redazione
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Oggi, 11 Luglio 2022, il nostro caro Padre Deo discuterà la sua Tesi per il conseguimento della Licenza in Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo. Felicissimi per questo suo traguardo conseguito proprio al termine del suo tempo di missione con noi. Domani sarà già nel viaggio di ritorno a casa. Lo accompagniamo con la nostra preghiera mentre pubblichiamo l’emozionante intervento che la settimana scorsa ha concluso la celebrazione per il suo ringraziamento, ricco di riferimenti, ringraziamenti che sgorgano dal cuore, una vera e propria sintesi di questa parabola di vita foriera di tanto bene vissuta con noi! Aurissimi Padre Deo! Il Signore ti benedica e ti accompagni sempre per le vie del Suo progetto di amore!

PAROLA DI RINGRAZIAMENTO ALLA FINE DEL PERIODO DI ESPERIENZA MISSIONARIA IN DIOCESI DI NOTO E NELLE PARROCHIE DELLA SS.ANNUNZIATA, SANT’ANTONIO E MADONNA DEL CARMINE. VICARIATO DI ISPICA

Cantante al Signore un canto nuovo, cantate al Signoreda tutta la terra, cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo ai popoli narrate la sua gloria, a tutte le nazioni dite i suoi prodigi. Grande è il Signore e degno di ogni lode, Terribile sopra tutti gli dei.” (Sal 96,4).

Carissimi confratelli, don Gianni Donzello, il nostro vicario foraneo; don Manlio Savarino, il nostro parroco , carissimi i sacerdoti e i diaconi,

Signor sindaco e tutta l’amministrazione cittadina, tutte le autorità qui presenti,

I reverendissimi Religiosi e Religiose,

Carissimi fratelli tutti qui presenti e quanti sono dentro le nostre case per vari motivi,

Colgo questo momento per ringraziare come abbiamo già fatto tutti nella celebrazione Eucaristica. Lode al Signore che, nella sua misericordia per tutti e mediante il Cristo e l’opera dello Spirito Santo, rinnova sempre i rapporti umani e ne fa una bella esperienza di fraternità. Durante cinque anni e mezzo quasi, questa fraternità è stata vissuta realmente tra di noi.

Ringrazio i nostri vescovi Antonio Staglianò e Melchisedec Sikuli per avermi dato l’opportunità di venire ad abitare qui con voi e fare esperienza di vita umana e di fede. Per me si tratta di una grazia, una ricchezza così bella che non perderò mai di vista. Ringrazio pure S.E. monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e monsignore  don Angelo Giurdanella, vicario Generale della diocesi di Noto, per la loro vicinanza, per l’affetto e soprattutto per avermi aiutato molto a poter compiere il processo degli studi all’università.

Dovevo ringraziare nominalmente ciascuno di voi e le vostre famiglie. Ma dentro di me c’è la paura di dimenticare qualcuno, oppure di confondere i nomi. Perciò non lo faccio, preferisco invece ringraziarvi parlando di tutte le buone opere compiute da voi nei miei confronti. Cosi ciascuno scoprirà la profondità di tutto ciò che, come comunità di Ispica, avete seminato in me e per tutti i miei cari africani, perché ho visto che non avete limitato il vostro cuore solo a me, ma lo avete ampliato nel vostro agire di fede ai miei genitori, ai mieifratelli, alla diocesi mia e a tutta l’Africa. Tanti poveri della diocesi di Butembo-Beni godono della generosità degli ispicesi, quali gli orfani vittime dei massacri odierni delle popolazioni civili. Poi le due ultime visite del vescovo di Butembo qua ad Ispica sono state sentite.

Carissimi, vorrei ringraziarvi a partire da due punti di riferimento, cioè dal mio risiedere al Carmine e dal brano del Vangelo del paralitico portato a Gesù per la sua guarigione(cf. Mt 9,1-6; Lc 5,17-26).

Il 13/11/2016, di pomeriggio, una coppia mi viene a prendere a Noto e mi porta al Carmine dove ho incontrato il parroco, padre Michele Fidone. Subito egli mi chiede dipresiedere l’Eucaristia, dopo avermi consegnato le chiavi della casa. La sera, dopo una altra messa all’Annunziata però presieduta da lui, siamo tornati ancora al Carmine per la cena.  Al Carmine, dal primo giorno fino ora …. Non era casuale. C’era una profezia… Anche se la nomina indicava “l’unità pastorale dell’Annunziata, sant’Antonio e Madonna del Carmelo, di fatto mi ha aperto tutta la realtà di Ispica, che ha la Madonna del monte Carmelo come Patrona. Il vostro amore alla Madonna è andato pure verso di me. Mi avete dato la possibilità di sentirmi ispicese-Spaccafornaro con voi tutti. La presenza di ciascuno di voi, come comunità vicariale,  inquesto momento  è per me un segno di grande valore.Ringrazio la Madonna, l’icona della Chiesa, di avere condiviso con me la devozione che avete per lei. So che oltre a ciò ella mi ha custodito. Possso anticipare ora prima del 16 Luglio prossimo il nostro grido solenne e festosa verso di lei: E pathruna….

Poi voglio riferirmi al brano della guarigione del paralitico, che mette in evidenza fra altro la fede e l’agirecredente della comunità come mediatrice della grazia di Dio. Quando sono arrivato qui ero addirittura come questo paralitico, veramente perso. C’era un po’ di angoscia e di rabbia, soprattutto con i problemi della lingua. Quando squillava il telefono era per me un calvario perché non sapevo da dove cominciare per rispondere. Quando ho cominciato a frequentare le famiglie, era ancora più complicato con gli anziani mentre dicevano, ad esempio Ha caputu? Cu riddi, cu tia,.. cu riddu, i carusi, i piciridi, dabane, sugnu sula, ama giricu riddu….. Mi chiedevo ogni volta: che mi raccontano questi nonni e queste nonne?

Subito Ispica mi ha portato sulle spalle. Voi tutti mi avete rimesso sulla vera strada. Vi ringrazio di avermi trattato come un figlio, un fratello. Il vostro avvicinarsi a me mi ha fatto tanto bene. Ognuno ha dato il contributo nei vari ambiti della mia vita. Da questo vi ringrazio sinceramente.

Rivolgo il primo ringraziamento ai confratelli preti e i diaconi con i quali ho collaborato ad Ispica. Quattro di loro sono già nella Casa del Padre (don Favara, don Caccamo, don Pace e don Vizzini). Dopo un giorno appena arrivato qui, sono stato inserito nel gruppo whatsapp dei preti, e il vicario foraneo mi ha telefonato e comunicato il calendario delle riunioni mensili. Abbiamo fatto una esperienza bella attraverso le concelebrazioni organizzate spesso qui ad Ispica tranne nel periodo forte del covid. Ringrazio i parroci per avermi dato le opportunità di celebrare nelle nostre diverse parrocchie ispicesi. Ne ho avuto la grazia di entrare in contatto con tanti. In modo particolare, ringrazio i confratelli con i quali ho lavorato in questa unità pastorale, come è stato all’inizio: Don Manlio Savarino, Don Michele Fidone, Don Gianni Marina e don Corrado Pace. Mi avete dato tanto attraverso la fraternità e l’amicizia. Con tutto il cuore vi ringrazio per avermi trattato da fratello nonostante i miei limiti. Spesso ho manifestato la non conoscenza delle profonde dinamiche del nostro popolo ispicese.

Rivolgo pure i miei ringraziamenti al sindaco, all’amministrazione, a tutte le autorità civili e militari, ai Servizi Sociali della città. Fin dall’inizio sinceramente, sono stato trattato come un cittadino. Per avere i documenti non ho avuto nessuno problema. Poi so che il Comune ha contribuito alle spese per la mia permanenza al Carmine. Grazie mille di tutto.

Grazie alle comunità dei Religiosi e delle Religiose di Ispica: ci sono stati legami forti con esse. Con alcune di loro abbiamo fatto un cammino specifico. Dio vi benedica tutti e renda fruttuosa la vostra missione in questa bella città molto religiosa.

Devo ringraziare con tutto il cuore il popolo di Ispica. Grazie di tutto, vi siete presi cura di me in tutto. Della salute, tutto è andato bene.  Quanti hanno assicurato il cibo per il pranzo, la cena, la colazione, il caffè. Grazie mille. Nello stesso modo ringrazio i medici dei vari ambiti della sanità che mi hanno curato, anche coloro che hanno assicurato regolarmente le analisi cliniche. Nodimentichiamo i farmacisti e i fratelli con i quali abbiamo giocato al calcio per poterci mantenere in salute, anche se so ci sono stato bravo. Riguarda la lingua, molti si sono impegnati ad insegnarmi la l’ italiano attraverso le lezioni regolari, il contatto, la alla scuola guida, nel rapporto interpersonale. Grazie mille. Per la pulizia, ho ricevuto dei prodotti, crema, sapone,.. Per muovermi, spesso ho avuto passaggio anche per lunghe distanze. Poi due macchine mi sono state regalate, l’una dopo l’altra. Riguardogli studi all’università, molti mi hanno incoraggiato. Ringrazio di cuore coloro che si sono impegnati a comprarmi i libri e i documenti, anche coloro che hanno reso totalmente disponibile la biblioteca a me (quale il convento dei Frati di Ispica). Poi in questo senso chiedo anche la benedizione di Dio per i compagni di viaggio settimanale per Palermo (con noi c’è don Crescenzo). Preghiamo affinché la conclusione di questo percorso sia interessante con la discussione della tesi prevista per l’11 Luglio alle 10:30.

A livello pastorale, la vicinanza dei servizi e commissioni pastorali, delle confraternite e arciconfraternite, dei gruppi, delle associazioni e movimenti delle nostre parrocchie ci hanno permesso di inserirci bene. Il cammino fatto con loro, in modo particolare con il Rinnovamento nello Spirito, con l’Azione cattolica, con il gruppo famiglie e con il movimento dei Focolari ha segnato la mia vita. Pure i momenti della catechesi per i nostri ragazzi assieme ai loro catechisti sono stati delle bellissime occasioni di crescita e di maturazione dell’impegno pastorale. Per altro ho vissuto altri contesti dellavita ecclesiale al di fuori dell’ambito ecclesiastico, quali le serate di giro pizza, le gite,.. tutto ciò mi ha permesso di ripensare la nozione della “pastorale anche nelle nostre zone africane.

Oltre a tutto ciò siamo riusciti a condividere assieme le circostanze della vita. Infatti nei momenti del dolore comequei della scomparsa dei nostri cari, del covid, delle guerre e i massacri a casa mia siamo stati toccati tutti nel nostro cuore.Tuttavia ci sono stati pure tanti momenti belli quali le nostre feste patronali, la celebrazione dei sacramenti. In modo particolare ringrazio il Signore per aver partecipato allordinazione dei nostri cari fratelli Gianluca Corvo e Andrea Amore: è stata una bella esperienza di vita.Ultimamente ho saputo dei primi voti della nostra sorellaVeronica Giuseppina. Continuerò a pregare per gli altri nostrifratelli in cammino vocazionale nel nostro seminario, cioè Christopher Fava e Andrea Bonomo, senza dimenticarmi dei nostri ragazzi che potranno venire dopo di loro (ad es. Lorenzo, Clara).

È stato pure molto bello il fatto che Ispica m’a aperto ad altre realtà della sicicilia, dell’Italia e dell’Europa. Qui con noi ci sono i nostri fratelli e sorelle venute da altri vicariati per farci il saluto. Grazie mille per esser venuti.

Popolo santo di Dio, prima di concludere, vorrei rispondere ad alcune domande che qualcuno mi ha rivolto. Per gli altri cerco di anticiparle.

Tu parti: Tornerai qui oppure ti dimenticherai di noi?Risposta. No. Ormai sono Spaccafurnaro Siciliano. Il mio desiderio è di venir spesso a stare con voi soprattutto in estate qualora ci sarà la possibilità. Ormai per me Ispica è casa mia.

Che cosa porti da Ispica per il popolo africano? R/ sono tante cose, soprattutto il clima di famiglia all’interno di una comunità cristiana, la celebrazione della fede anche oltre i riti, la catechesi ai bambini secondo l’età e non solo in vista dei sacramenti, la collaborazione tra Chiesa e Stato per il bene comune, la forza e la cura della religiosità popolare, la cultura della pace come dono e impegno di tutti, il modo di potere anticipare la problematica della situazione degli anziani che non sentiamo ancora tanto da noi perché si muore  ancora molto presto.

3° Sei contento di ritornare in Africa? È vero che l’esperienza è stata molto bella, e staccarmi non è tanto facile. Ma devo ritornare nella mia terra con le sue tantissimedifficoltà oltre le opportunità che ci sono. Devo assumere la consapevolezza di essere prete con le sue responsabilità. Ritornarne in africa per mandato è per me segno di responsabilità, di onestà e di libertà. Da prete devo rispettare la parola detta e le indicazioni dei miei vescovi. La mia gioia sarà anche grande nello stare vicino alla famiglia dato che i miei genitori hanno ormai una certa ètà. Non ho paura ne angoscia. La sapienza siciliana mi rassicura. Essa afferma: “Si chiude una porta e si apre un portone”. Questa frase ci invitasempre alla speranza. Non è automatico certo: ci vuole la grazia, l’impegno e bisogna crederci.

Per questo, carissimi, restiamo in preghiera gli uni per gli altri. Soprattutto io mi affido alle vostre preghiere affinchépossa svolgere la missione a Butembo con la stessa serenità con cui l’abbiamo vissuto assieme a voi.

Cari confratelli, il sindaco e tutte le autorità, il santo popolo di Dio, vi aspetto in Africa quando la mia zona conoscerà un po’ di tranquillità. I nostri parenti e familiari avranno la gioia di potervi accogliere ed ospitare. Benvenuti in Africa.
Infine vi auguro la benedizione di Dio. Vivete nella pace del Signore. L’unica cosa che vi lascio è la benedizione del Signore. Egli vi sostenga tutti nel vostro apostolato particolarmente nell’accogliere attualmente i rifugiati dall’Ucraina, i migranti e tutte le persone in mobilità nella nostra Sicilia.

Viva la diocesi di Noto… Viva Ispica con le sue realtà. Viva il gemellaggio tra Noto e Butembo-Beni. Amen

Don Deogratias

1 commento

rosariapiazfz36m 11 Luglio 2022 - 11:10

Grazie a te padre Deo per la tua presenza e la tua missione

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