Home Annunziando Don Bosco: da “Sacerdote zelante” a “pioniere dell’Azione Cattolica”.

Don Bosco: da “Sacerdote zelante” a “pioniere dell’Azione Cattolica”.

da Nicole Caruso
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Correva l’anno 1961, i preti Salesiani avevano purtroppo lasciato da quasi 10 anni la Parrocchia della SS. Annunziata di Ispica, ma il loro operato aveva lasciato tracce indelebili nell’entusiasmo collettivo salesiano sulla scia del motto di Don Bosco “chi sa di essere amato ama e ottiene tutto”.
Anche Ispica vive l’ entusiasmo collettivo di un dopoguerra non lontano, che vedeva come nuovo parroco l’ispicese Don Vittorio Curto. E’ negli anni ‘60 che giunge un riconoscimento da Roma al gruppo nascente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica della Parrocchia che in tendenza con il resto d’Italia va costituendosi in quegli anni. Trattasi di una pergamena proveniente da Roma dalla Presidenza nazionale della “Gioventù Italiana di Azione Cattolica” datata 1961 indirizzata al Presidente ed ai Soci dell’Associazione “S. Giovanni Bosco” della Parrocchia SS. Annunziata di Ispica della Diocesi di Noto annuncia il seguente atto: “Fratelli in Gesù Cristo, siamo lieti di notificarvi che la vostra Associazione venga ammessa a far parte della “Gioventù Italiana di Azione Cattolica”con deliberazione presa a norma dello Statuto Sociale nell’adunanza da noi tenuta il giorno 28 Maggio – SS. Trinità. Già iscritti alla medesima si dovranno considerare uniti nella preghiera, nei propositi e nelle opere con tutti gli appartenenti alla nostra organizzazione e partecipi delle indulgenze
concesse dai Sommo Pontefici La Grazie a la carità di N.S. Gesù siano sempre con voi”, la data è il 29 Giugno
solennità di SS. Pietro e Paolo 1961.
In Italia nel secondo dopoguerra L’Azione Cattolica conosce un momento di grande espansione grazie all’impegno di Papa Pio XII, che aveva pensato il movimento cattolico fortemente unitario ed accentrato attorno alla Chiesa ricordando che nella sua costituzione originaria la Società della Gioventù Cattolica, così si chiamava inizialmente l’associazione, escludeva l’impegno politico diretto. Nel 1905 prende il nome di Azione Cattolica Italiana e nel 1908 nacque l’Unione delle Donne Cattoliche e nel 1918 al suo interno la Gioventù Femminile di Azione Cattolica.
Successiva alla costituzione del Partito Popolare di Don Luigi Sturzo è suddivisione nel 1923 dell’Azione Cattolica in:
la Federazione Italiana Uomini Cattolici; l’ Unione Femminile Cattolica Italiana; la Federazione Universitaria Cattolica Italiana; la Società Gioventù Cattolica Italiana.
Non ben vista dal Fascismo la Società sopravvive e nonostante le accuse di cospirazione nei suoi gruppi si costituisce successivamente secondo dei canoni ancora vigenti con cui si stabilisce che :
l’AC è diocesana, dipende dai vescovi che scelgono i dirigenti; non ha gruppi professionali e sindacali perché si propone solo obbiettivi religiosi e forma i giovani alla spiritualità; i circoli giovanili si chiameranno “Associazioni di AC” e si asterranno da attività atletiche e sportive. Nel 1931 la Società della Gioventù Cattolica Italiana (SGCI) diventa Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC).
Ma è nel secondo dopoguerra che L’Azione Cattolica conobbe un momento di grande espansione grazie
all’impegno di Papa Pio XII.
Lo spirito di rinnovamento seguito al Concilio Vaticano II dell’anno 1962 e la successiva Presidenza affidata a Bachelet determina il contesto l’Azione Cattolica compì la “scelta religiosa” e decise di non essere più collaterale a nessun partito politico. Pur rimanendo immersa nel sociale, tornò a riscoprire le proprie origini religiose nell’impegno all’annuncio del Vangelo e all’educazione alla fede.

Nel suo impegno costante a favore della “formazione cristiana delle coscienze” gli scrittori Omer Bossuyt – Wim Provoost hanno trovato un’analogia con la figura di Don Bosco. Il prete salesiano è presentato come precursore e pioniere dell’Azione Cattolica, movimento lanciato da Pio XI per controbilanciare la secolarizzazione della società. La sua risposta cattolica alla questione sociale fa di don Bosco un avversario del liberalismo e del socialismo. Il giornale “Nieuws van den Dag” in Belgio chiama don Bosco un precursore dell’enciclica Rerum Novarum: “Nella sua
enciclica Rerum novarum il papa Leone XIII, amante del popolo, ha scritto che senza la carità non c’è soluzione per la questione sociale. Ora don Bosco come il suo santo predecessore Vincent de Paul, non ha mai esitato
e dal primo all’ultimo giorno ha sempre fatto appello alla carità e non è mai rimasto deluso nelle sue aspettative. […] Come il suo divino Maestro egli è stato nel senso pieno della parola amico dei piccoli e degli infelici; con l’aiuto di Dio è giunto a formare una gioventù pura, progressista e fermamente cattolica, resistente al socialismo senza fede”.
Questa stessa immagine si riflette anche sui giornali del periodo della nascente Azione Cattolica, in cui si
accenna alle caratteristiche principali della pedagogia salesiana, quali la gioia ovunque presente, la sua fiducia
nei giovani, il fondamento religioso del suo stile assistenziale e infine la sua pedagogia dell’amore. Nella cornice della beatificazione del 1924 e della canonizzazione del 1934 c’è una esplosione di articoli su don Bosco nella stampa belga. L’interesse privilegiato riguarda la sua pedagogia e la sua attenzione per la gioventù popolare.
Questo è anche il periodo in cui l’Azione Cattolica è stimolata da Pio XI, come risposta alla secolarizzazione della società. Anche don Bosco viene associato a questo movimento e vi sono tentativi per presentarlo come pioniere dell’Azione cattolica. Durante la celebrazione della canonizzazione mons. Coppieters disse: “Che io possa vivere il giorno che san Giovanni Bosco sarà proclamato protettore dei nostri gruppi e anche dei nostri movimenti giovanili studenteschi. Egli è l’uomo più indicato per questa funzione. È stato, infatti, precursore degli organizzatori moderni. È stato il primo sacerdote molto vicino ai giovani operai, portando con loro gioie e sofferenze”.
L’interesse privilegiato riguarda la sua pedagogia e la sua attenzione per la gioventù popolare. Questo è anche il periodo in cui l’Azione cattolica è stimolata da Pio XI, come risposta alla secolarizzazione della società.
Anche don Bosco viene associato a questo movimento e vi sono tentativi per presentarlo come pioniere dell’Azione cattolica.
La restante storia dell’associazionismo di Azione Cattolica nella Parrocchia SS. Annunziata è storia recente. Da ragazzi era scontato avere la tessera di adesione all’ACR, la fioritura dell’ACR alla SS. Annunziata negli anni ‘80 e ‘90 diede vita a un grande richiamo di giovani, che sono gran parte degli adulti oggi attivi in Parrocchia, tanto che Padre Ferlisi decise quasi automaticamente di metterli sotto la protezione del Santo Giovanni Bosco con la creazione dell’omonima associazione, che nel suo primo stemma recava appunto la scritta nel bollino blu di ACR. Niente succede per caso e niente ha origine senza un motivo.
Affidiamo a Don Bosco anche quest’anno in nostri ragazzi che nell’anno dell’anniversario dei 200 anni del “Sogno che fa sognare” 1824-2024. L’anno appena cominciato segna i 200 anni dal “Sogno dei 9 anni” di don Bosco … auspichiamo che la rinata A.C.R. in Parrocchia sotto la guida del nostro Parroco Don Manlio Savarino, assistente diocesano dell’ Azione Cattolica Giovani, trovi sempre nel sostegno dell’associazionismo salesiano il suo baluardo e il sostegno nell’attività della gioia dello stare insieme tipico dell’associazionismo, rivisitandolo ora nuovi tempi difficili ci invitano a guardarci indietro in quel lontano dopoguerra dove trovò origine la prima associazione S. Giovanni Bosco della SS. Annunziata di Ispica, con tanto di riconoscimento papale da Roma.

Analogia vuole che lo stemma della nostra Associazione Giovanile Don Bosco si sia affidata alla protezione del SS. Cristo che porta la Croce, di cui sono anche portatori nel periodo pasquale e che lo stemma dell’Azione Cattolica riprenda una croce, gialla su uno stemma blu, quest’ultimo colore predominante nella nostra “Basilica descritta con il Mare Dentro”da una recente video sui social, che magari può essere da input a spingere l’attuale Associazione come un mare in azione verso la modernità dell’associazionismo, consapevoli delle sue gloriose radici salesiane sotto la Protezione di Don Bosco, a cui affidiamo tutti i giovani della nostra città di Ispica.

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