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Don Giuseppe Tomaselli. Sacerdote salesiano ad Ispica

da Redazione
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Nella settimana dedicata ai festeggiamenti di San Giovanni Bosco, oggi 2 Febbraio – Memoria della Presentazione di Gesù al tempio – Giornata che la Chiesa dedica ai consacrati e alla loro vocazione e missione, vogliamo proporre un primo articolo che presenta uno dei padri salesiani che soggiornarono ed operarono ad Ispica presso la Parrocchia della SS.ma Annunziata tra il 1945 e il 1951. Tra gli anziani è ancora vivo il ricordo di questi uomini di fede e di azione che impressero nella cittadinanza e nella comunità ispicese il carisma salesiano, rendendo vivo il fondatore, il nostro Don Bosco.

Come abbiamo avuto modo di raccontare più volte nelle colonne di questo nostro giornale parrocchiale, a seguito delle dimissioni del canonico don Giuseppe Bruno, all’Annunziata fecero seguito sei anni (dal 1945 al 1951) vissuti all’insegna di un’esperienza tutta salesiana.

Nei succitati anni ebbero modo di operare ad Ispica il sacerdote Giuseppe Sutera, nella qualità di parroco fino al 1948 il cui successore fu il sacerdote Salvatore Franco, il sacerdote Giuseppe Ragonesi destinato a Ispica nel 1946, il vicario cooperatore sacerdote Giuseppe Tomaselli e il  coadiutore salesiano sig. Giovanni Cipriano.

Dai documenti depositati in parrocchia, sappiamo che tale scelta avvenne a seguito della richiesta da parte di alcune personalità ispicesi, tra le quali la sig.rina Modica Vaccaro ed il Barone GiovanPietro Modica e approvate dalla curia del tempo; la motivazione di base era legata ad una emergenza di natura economica che aveva avuto ripercussioni nella sfera educativa e socio-culturale, nella quale era precipitata Ispica e non solo, negli anni dell’immediato dopoguerra.

L’idea piacque alla cittadinanza e ai Nunziatari in particolare; prova di questa bellissima intuizione fu il profondo legame che i padri salesiani riuscirono a instaurare con i fedeli e tra i fedeli stessi. A riprova di ciò, da alcune testimonianze raccolte tra i nostri anziani e i documenti depositati negli archivi, possiamo con certezza definire l’epoca dei salesiani, anni di pura e profonda grazia divina. L’amore, la carità e la dedizione dei padri, superarono ogni aspettativa.

Ciò premesso, da qui in avanti, è nostra intenzione approfondire la conoscenza dei singoli padri salesiani che si sono avvicendati.

Di padre Giuseppe Tomaselli, uomo di profonda  preghiera e di azione sociale, dedito all’accompagnamento spirituale e alla carità, si racconta che, nel suo instancabile zelo, lo si vedeva girare anche di notte per portare oltre la divina speranza, anche un pezzo di pane, perché a quei tempi anche solo quello era un lusso per tante famiglie ispicesi.

Dal sito Santi e Beati, leggiamo quanto segue:

nato a Biancavilla (Ct), il 26 gennaio del 1902 in una famiglia profondamente cattolica, nel 1916 entrò nella Congregazione Salesiana fondata nel 1859 da San Giovanni Bosco, l’Apostolo della gioventù. Nel 1926 venne ordinato sacerdote e cominciò il suo lungo ministero durato quasi 63 anni durante i quali ebbe a ricoprire vari incarichi: parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista ed apostolo della buona stampa cattolica. Scrisse un centinaio di semplici libretti devozionali ed apologetici che stampò in milioni di copie e che diffuse in Italia e anche all’estero. Questi preziosi libretti vengono ancora stampati e distribuiti dai suoi figli spirituali riuniti nell’Opera Caritativa Salesiana di Messina.

Durante la sua vita lavorò con grande ardore per la salvezza delle anime, per le quali Gesù Cristo ha sacrificato la sua vita sulla croce del Golgota.

Don Giuseppe Tomaselli era sempre disponibile ad aiutare il prossimo sia materialmente che spiritualmente. Se veniva chiamato nel cuore della notte per amministrare gli ultimi sacramenti ad un moribondo, accorreva prontamente, consapevole del fatto che Gesù Cristo desidera ardentemente la salvezza di ogni singola anima. Lo zelo per la santificazione e la salvezza delle anime è stato sempre un aspetto caratteristico della vita sacerdotale di Don Giuseppe, che da autentico salesiano era devotissimo alla Madonna.

Era ricercatissimo come confessore, sapeva infatti aiutare i penitenti a confessare lealmente anche i peccati più vergognosi. Inoltre era un valente direttore spirituale di numerosi fedeli, tra cui anche varie anime mistiche. Erano in tanti coloro che si rivolgevano a lui, anche solo per avere una parola di conforto nei momenti difficili. Nessuno si sentiva rifiutato, nemmeno coloro che hanno la malattia degli scrupoli, i quali pur soffrendo terribilmente, non sempre vengono trattati con carità dal prossimo.

In visita a Siracusa, all’indomani della prodigiosa lacrimazione della Vergine Maria, vide tali e tante grazie che scrisse un libro ricco di dettagli, intitolato ”Storia della Madonnina delle Lacrime”, che è, tutt’ora, una delle migliori opere sul prodigio.

Scriveva nel suo diario: «Sono stato senza l’amicizia di Dio solo tre giorni, i tre giorni prima di ricevere il battesimo». Parole significative che ci dicono la premura che ebbero i suoi genitori, come era nella buona tradizione cristiana, di fare battezzare il figlio a tre giorni dalla nascita, quando gli fu dato il nome di Giuseppe.

Del suo santo patrono, Don Tomaselli fu un grande devoto. Di lui scrisse due libretti, uno intitolato “San Giuseppe”, l’altro significativamente “La Verginità di San Giuseppe”.

Quando morì a Messina nella notte tra l’ 8 e il 9 maggio del 1989 in molti lo rimpiansero, sapevano che era morto un prete straordinario, un eroico sacerdote cattolico che amava Dio con tutto il suo cuore e il prossimo come se stesso e Ispica ha avuto la grazia di attingere alla spiritualità di questo preziosissimo uomo di Dio.

di Donato Bruno

In foto: Il Sac. Salesiano Don Giuseppe Tomaselli

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