Home L’angolo di Gabriele Io e mio figlio vittima di bullismo

Io e mio figlio vittima di bullismo

da Redazione
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Raccogliamo nella nostra redazione una testimonianza da parte di una mamma il cui figlio è stato vittima di bullismo a scuola. Ci prepariamo così all’evento di giorno 2 Dicembre nella nostra Basilica, quando incontreremo il prof. Giuseppe Raffa, esperto di analisi del bullismo scolastico, sociale e tecnologico.

Sono una mamma di un’adolescente, che anni fa è stato vittima di bullismo.

Un ragazzino molto bravo e giudizioso, almeno così l’ho sempre sentito definire dalle sue insegnanti.

Fin da piccolo, mio figlio preferiva rimanere solo o comunque frequentare pochi amici fidati, fino a quando, iniziate le medie, il mio piccolo si è chiuso sempre più in sé stesso. Ogni mattina per andare a scuola si alzava sempre più tardi e a volte fingeva di stare male per poter rimanere a casa. Pensavo fossero solo capricci, ma più ci addentravamo nell’anno scolastico, più le cose peggioravano.

Intanto, nel materiale scolastico, iniziavo a notare pagine di quaderni e di libri strappati, lo zaino scarabocchiato, una squadretta rotta ecc.: ritenevo il tutto come una distrazione da parte di mio figlio e a volte qualche scherzo un po’ più pesante, ma non immaginavo altro.

Continuando l’anno scolastico, il suo atteggiamento era notevolmente cambiato: si era chiuso ancora di più in sé stesso e non voleva andare più da nessuna parte, passava i pomeriggi a casa senza voler praticare nessuna attività finché un lunedì mattina di fine anno, lo chiamo per andare a scuola, salgo in camera sua e lo trovo rotto in lacrime: un pianto inconsolabile che non riusciva neanche a respirare.  Cerco di parlargli, di capire, di chiedere che cosa stesse succedendo, ma non trovo risposta, rimane in silenzio e continua a piangere.

Allora ho deciso di non mandarlo a scuola ma di andare dal medico e appena capì che non sarebbe andato a scuola il suo pianto si placa.

Aspettando il medico nella sala d’attesa mi chiede se sarei rimasta con lui mentre il dottore lo visitava, ma non rispondo poiché non capivo il senso di quella domanda.

Quando è il nostro turno dal medico, entriamo e spiego al medico l’accaduto: quest’ultimo gli fa qualche domanda ma lui non risponde. Lo visita e poi mi chiede di uscire, rimanendo chiusi nell’ambulatorio per quasi mezz’ora, mentre io sono in sala d’attesa sotto gli occhi di altri genitori che mi osservavano stranamente, facendomi sentire vistosamente a disagio.

Finalmente la porta si apre, mio figlio viene fuori e il medico mi dice “arrivederci”.

Nel pomeriggio chiamo il dottore per cercare di capire e fu allora che iniziai a capire la verità: Il medico mi dice senza mezzi termini che mio figlio a scuola è messo da parte, non ha alcun amico e che è vittima di scherzi quotidiani molto pesanti.

A queste parole, rimango scioccata, mi sento sconfitta come mamma, ma soprattutto mi sento impotente. Chiedo, allora, consiglio al medico sul da farsi o se sia il caso di cambiare scuola, ovviamente il dottore mi risponde che la decisione spetta a noi.

Ne parliamo, quindi, in famiglia e soprattutto con mio figlio il quale mi chiede di cambiare istituto, e così abbiamo fatto. Siamo scappati dal problema.  Nella nuova scuola le cose sono andate un pochino meglio, mio figlio è rimasto sempre timido ma almeno era più sereno.

Non so se la scelta che abbiamo fatto anni fa sia stata la scelta giusta, certo è stata la più comoda, i nuovi insegnanti informati dell’accaduto sono stati più attenti e siamo andati avanti.

Quando mi è stato chiesto di scrivere questa testimonianza, ho riesaminato tutto quello che come famiglia abbiamo vissuto, analizzando i sentimenti che ci hanno coinvolto: vergogna-inadeguatezza- impotenza.

Il bullismo non è facile da subire da vivere sia per le vittime che per i familiari delle vittime. Ne sentiamo parlare tanto ma non lo conosciamo veramente finché non lo viviamo ed è per questo che ho deciso di portare la mia esperienza, perché possa essere per tutti motivo di riflessione e cura.

Una Mamma

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