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In memoria di Concetta Ferlisi

da Giovanni Peligra
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A pochi giorni dal grave lutto che ha colpito la Comunità parrocchiale e tutto il Vicariato per la morte della nostra cara Concetta, Annunziando non poteva non raccogliere e pubblicare un piccolo coro di testimonianze di alcuni membri della comunità che hanno condiviso con lei un tratto più o meno lungo e intenso del suo cammino di credente a servizio della Chiesa locale nel Vicariato e in Diocesi, e che hanno anche coltivato una sincera ed affettuosa amicizia personale. In questo modo ci sembra di corrispondere armonicamente con la ricca poliedricità della piccola grande persona e discepola che è stata e sempre resterà.

Ecco un estratto della testimonianza grata e commossa di Carmela Giurdanella:
“Concetta, sorella maggiore, unica, originale, irripetibile capolavoro di Dio, grazie di cuore per tutto ciò che sei stata per me e per ciascuno di noi che ha avuto la grazia di conoscerti.
Pregare, meditare, consegnarsi al Signore nell’umiltà della propria condizione, studiare, approfondire, organizzare, inventare erano le sfide giornaliere della tua vita spesa per avvicinarti sempre più alla misura “Alta” e “Profonda” del Vangelo. Il tuo cuore, Concetta, era sempre in ansia fervorosa per compiere al meglio il culto divino e dare lode
convenientemente al Signore Dio Onnipotente e buono. Amavi la vita in tutti i suoi aspetti, amavi la tua famiglia, la Chiesa, amavi la Liturgia, amavi trasmettere la bellezza della preghiera comune. Solennizzare la Santa Messa domenicale con la valorizzazione dei ministeri dell’accoglienza, delle letture bibliche, delle preghiere dei fedeli, dell’offertorio e del canto è stato il tuo obiettivo principale nell’impegno formativo liturgico in parrocchia e in Diocesi. Eri convinta che più conosciamo ciò che celebriamo, meglio lo viviamo e testimoniamo in pensieri, parole, sentimenti ed opere conformi. Concetta, ci hai lasciato l’eredità spirituale dell’Amore alla Parola e alla celebrazione dell’Eucaristia e ci hai educato alla comunione ecclesiale che nasce dall’altare e dalla mensa conviviale. Hai amato la spiritualità cenacolare educando con la parola e l’esempio all’ascolto orante della Parola per viverla praticamente nella vita con stile di sequela fedele e generosa secondo le esigenze del Vangelo. La tua testimonianza, Concetta, ci ha edificato e con animo veramente grato ti vogliamo ringraziare e rendere, per te, lode perenne al Signore che opera grandi cose in coloro che lo amano ed osservano la Sua Parola”.

Adesso è Donato Bruno a condividere un suo personale ricordo dell’instancabile Concetta:
“Chiedi chi erano i Beatles. E’ il titolo di un brano musicale che, qualche decennio fa, cantava un famoso gruppo italiano; il testo invogliava le nostre giovani generazioni a conoscere quanto di bello e di innovativo era contenuto nei dischi dei quattro ragazzi di Liverpool.
Quando ho appreso la triste notizia della dipartita della nostra cara sorella Concetta, un profondo senso di vuoto e al contempo di gratitudine, ha influenzato particolarmente il mio umore in questi giorni.
Come spiegare, per esempio ai miei figli, entrambi ragazzi del post cresima dell’Annunziata, quale ricchezza è stata Concetta Ferlisi per l’intera comunità cittadina e non solo, ma più ancora per ognuno di noi che da più di trent’anni l’abbiamo frequentata dentro e fuori la parrocchia?
Sì è vero, nessuno di noi riesce a separare la sua persona dalla vocazione alla formazione liturgica che tanto le stava a cuore. Ma io vorrei parlare di un’altra Concetta, di colei che mi ha accolto in parrocchia; si, perché il ministero dell’accoglienza non è da meno degli altri.
Vorrei tanto parlare di colei che da sempre ha voluto ed è stata capace di suscitare animatori tra i suoi figli amati nel Signore. Questa la prima frase che lessi in un manuale di animatori AC che lei stessa mi consegnò: il vero animatore è colui che riesce a suscitare nuovi animatori; di questo lei è stata maestra più di tutti.
Un altro tratto di lei che mi sta a cuore è l’essere stata la Sorella del parroco Ferlisi nel modo più congeniale. Non onori, ma oneri hanno contrassegnato questo lato del suo impegno comunitario. Mai prevaricatrice, sempre pronta a fare un passo indietro in favore dell’utilità comune a discapito della visibilità personale; questa, una dote molto rara che poco si respira
nelle nostre comunità.
Grazie ancora cara Concetta, adesso ti chiediamo di continuare la tua opera con la tua preziosa intercessione, perché il Signore possa continuare a suscitare nuovi operai nella Sua vigna”.

Passiamo ora ad ascoltare la voce di Massimo Innorcia, che è stato “cresciuto” ed accompagnato da Concetta per buona parte del suo percorso:
“Se il chicco di grano non muore non produce frutti. E se è vero che dai frutti si riconosce l’albero, ebbene sì, si può tracciare un profilo chiaro su Concetta. Non voglio fare retorica, abbiamo avuto modo di conoscerla e apprezzarla. La sua vita è stata una testimonianza continua. Un Vangelo incarnato. Una ricchezza e un dono averla avuta ciascuno nella propria vita: familiari, ambiente di lavoro, parrocchia e amici. Lei amava fare sul serio. Ha vissuto una fede vera, genuina ed autentica. Autoironica e quindi simpatica. Non ci si annoiava mai con lei. Famose le sue disavventure sulle quali lei stessa, quando le raccontava, ci rideva sopra di gusto. Mancherà tanto Concetta fisicamente: ma la certezza di essere accompagnati ancora da lei spiritualmente è una consolazione dolce perché so che continuerà a vegliare su noi “suoi figli e amici amati”.

Ed infine tocca al sottoscritto unirsi al piccolo coro dei testimoni, offrendo alcune sensazioni e pensieri che la sua perdita terrena ha suscitato in me:
“Come ha ben detto Carmela nel giorno del tuo funerale, tu, cara Concetta, sei invecchiata solo negli ultimi mesi dei tuoi quasi 92 anni di vita. Matura d’anni, ricca di curiosità e piena di interessi. Donna gentile e premurosa, una buona compagnia nei momenti conviviali. Sapevi scherzare e prenderti in giro, sempre col tuo stile elegante. Sei stata tra le prime persone ad accogliere calorosamente l’adolescente appena diciassettenne che ero quando, per vicissitudini personali e familiari, approdai all’Annunziata dopo circa due anni di lontananza dagli ambienti ecclesiali. Ho avuto la grazia di averti come “madrina” che ha sollecitato ed accompagnato il mio coinvolgimento attivo nella vita della comunità. Grazie a persone come te la parrocchia è stata per molti anni una seconda casa e un prolungamento della mia famiglia. Era difficile non volerti bene, l’intelligenza e la simpatia ti erano compagne. Potrei continuare, ma preferisco fermarmi qui. Dico soltanto quest’ultima cosa: sei stata la “zia speciale” che ogni nipote vorrebbe e dovrebbe avere. Grazie di cuore. E perdonami per le
volte in cui non ho potuto venire incontro ai tuoi bisogni e alle tue richieste di aiuto.
Mancherà la tua voce cordiale che mi chiamava “Giovannuzzu” con un suono inconfondibile ed un affetto unico”.

1 commento

Massimo 1 Febbraio 2023 - 11:34

Indimenticabile la nostra amata Concetta.

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