Home Strada facendo… Facciamo squadra sulle orme di Carlo Acutis

Facciamo squadra sulle orme di Carlo Acutis

da Maria Sacchetta
791 visualizzazioni

Il 1 novembre si celebra la gloria di tutti i santi anche di quelli non canonizzati. Istituita da re Franco Luigi il Pio nel 835 d.C. Durante questa festività vengono ricordate persone di cui è stato ufficialmente riconosciuto di aver condotto una vita di eroica virtù sulla terra.

Il catechismo della chiesa cattolica spiega: “Canonizzando alcuni fedeli, ossia proclamando solennemente che tali fedeli hanno praticato in modo eroico le virtù e sono vissuti nella fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce la potenza dello Spirito di santità che è in lei, e sostiene la speranza dei fedeli offrendo loro i santi quali modelli e intercessori”.

Siamo stati abituati da sempre a pensare ai santi come persone anziane che hanno fatto un certo percorso di vita e sono stati santificati in età avanzata.

Ma alcuni santi non lo sono diventati quando avevano la barba, ma già da adolescenti, hanno raggiunto quel modello di “eroica virtù” di cui tanto si parla.

Uno di questi è proprio Carlo Acutis. Ragazzo di 15 anni patito di internet, come la maggior parte dei ragazzi dei tempi moderni, solo che a differenza di molti adolescenti, lui utilizzava il mezzo informatico come veicolo di evangelizzazione.

Nasce il 3 maggio 1991 a Londra, cresce a Milano in un’ambiente profondamente cristiano. Già da subito mostra una particolare predisposizione per la religione e dall’età di 12 anni comincia a fare la comunione tutti i giorni tant’è che una delle sue espressioni più famose è proprio: “l’eucarestia è l’autostrada per il cielo”.

Oltre all’eucarestia, era sua pratica quotidiana, il rosario e l’adorazione eucaristica che per lui era come mettersi davanti al sole per abbozzarsi: “ci si mette di fronte al sole ci si abbronza… ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”.

Anche lui come san Domenico Savio, giovane discepolo di don bosco vuole farsi santo, ma mentre San Domenico aveva la sua ricetta per la santità (allegria, osservare i doveri di studio e di preghiera, far del bene agli altri), invece Carlo Acutis ha il suo kit: messa; rosario quotidiano; lettura della bibbia; adorazione eucaristica; rinunciare a qualcosa per gli altri.

Era sempre allegro e solare, conduceva la vita di un normale adolescente milanese, aveva la sua comitiva, ma non cercava lo sballo come molti giovani. Anche chi lo prendeva in giro per il suo atteggiamento sui generis per l’epoca in cui viviamo, veniva poi affascinato e conquistato dal suo carisma e dalla sua gioia prorompente.

Ma ad un certo punto nella sua vita arriva la malattia. Anche lui giovane perfetto si ammalò, leucemia fulminante. E l’atteggiamento con cui accoglie il tutto fa la differenza, con il sorriso, non si dispera non si chiude a riccio, vuole guarire, ma accetta il suo destino e l’incontro con Dio.

Muore il 12 ottobre del 2006 a soli 15 anni.

Nel corso della sua breve esistenza ha adorato è amato Cristo. Non ha avuto paura di presentarsi come diverso, come un’eccezione ma si è concentrato sull’essenziale. Con la sua grande umiltà è stato un esempio non solo per i giovani e gli adolescenti, ma anche per noi adulti, che molto spesso ci lasciamo trascinare dalla vita perdendo fede e fiducia.

Qualche tempo fa ho ascoltato una delle tante testimonianze della mamma di Carlo Acutis (che avremo il piacere di ascoltare giorno 4 novembre dal nostro salone parrocchiale), diceva: “Carlo salutava tutti, era amico di tutti anche di quelli che non conosceva, si poneva sempre con il sorriso e con un atteggiamento amicale” mi ha stupito l’aggettivo “amicale” non ha detto cortese ma amicale cioè da amico. Per lui erano tutti amici, da giovane adolescente qual era aveva, forse, già compreso che sono le amicizie le relazioni che possono aiutarci a vivere nel miglior modo possibile questa nostra travagliata esistenza.

Lui si è impegnato a vivere nell’amicizia e nella grazia con Gesù e la Madonna, altra colonna portante della sua fede. Impegniamoci anche noi come lui a coltivare queste sane amicizie, ben trarremo sicuramente beneficio.

Questo grande piccolo, amico di Dio è l’esempio che anche “di questi tempi” come amiamo definirli, possiamo dare ai ragazzi qualcosa di più, dobbiamo dargli qualcosa di più. Abbiamo il dovere di essere l’alternativa, i diversi, la scelta di cui hanno disperatamente bisogno. Possiamo affascinarli, coinvolgerli invogliarli, incoraggiarli a non omologarsi.

Cominciamo da subito venerdì ascolteremo la testimonianza della mamma e sabato siamo tutti invitati alla festa della santità dedicata a lui… e domenica accoglieremo una sua reliquia.

Facciamo squadra sulle orme di Carlo Acutis.

2 commenti

rosariapiazfz36m 1 Novembre 2022 - 09:07

Bravissima Maria per la bella descrizione Complimenti

Rispondi
rosariapiazfz36m 4 Novembre 2022 - 10:53

Complimenti

Rispondi

Lascia un commento

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Cliccando su ACCETTO acconsenti al loro utilizzo. ACCETTO Scopri di più