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San Domenico Savio: il “santo giovane” custode dei nostri chierichetti

da Redazione
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“Era la sera del 9 marzo 1857, egli aveva ricevuto tutti i conforti di nostra santa cattolica religione. Chi l´udiva soltanto a parlare e ne mirava la serenità del volto, avrebbe in lui ravvisato chi giace a letto per riposo. L´aria allegra, gli sguardi tuttora vivaci, piena cognizione di se stesso, erano cose che facevano tutti maravigliare e niuno fuori di lui poteva persuadersi che egli si trovasse in punto di morte. Un´ora e mezza prima che tramandasse l´ultimo respiro il prevosto l´andò a visitare, e al vederne la tranquillità lo stava con istupore ascoltando a raccomandarsi l´anima. Egli faceva frequenti e prolungate giaculatorie, che tendevano tutte a manifestare il di lui desiderio di andare presto al cielo. “Quale cosa suggerire per raccomandare l´anima ad agonizzanti di questa fatta?”, disse il prevosto. Dopo aver recitato con lui alcune preghiere, il parroco era per uscire, quando Savio lo chiamò dicendo:

— signor prevosto prima di partire mi lasci qualche ricordo.

— Per me, rispose, non saprei che ricordo lasciarti.

— Qualche ricordo, che mi conforti.

— Non saprei dirti altro se non che ti ricordi della passione del Signore.

— Deo gratias, rispose, la passione di nostro Signor Gesù Cristo sia sempre nella mia mente, nella mia bocca, nel mio cuore. Gesù, Giuseppe e. Maria, assistetemi in questa ultima agonia; Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l´anima mia.

Dopo tali parole si addormentò e prese mezz´ora di riposo.

Indi svegliatosi volse uno sguardo ai suoi parenti:

—  papà, disse, ci siamo.

— Eccomi, figliuol mio, che ti abbisogna ?

— Mio caro papà, è tempo; prendete il mio Giovane provveduto e leggetemi le preghiere della buona morte.

A queste parole la madre ruppe in pianto e si allontanò dalla camera dell´infermo. Al padre scoppiava il cuore di dolore, e le lagrime gli soffocavano la voce; tuttavia si fece coraggio e si mise a leggere quella preghiera. Egli ripeteva attentamente e distintamente ogni parola; ma infine di ciascuna parte voleva dire da solo:

—  Misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.

Giunto alle parole: Quando finalmente l´anima mia comparirà davanti a voi, e vedrà per la prima volta lo splendore immortale della vostra maestà, non la rigettate dal vostro cospetto, ma degnatevi di ricevermi nel seno amoroso della vostra misericordia, affinché io canti eternamente le vostre lodi;

—  ebbene, soggiunse, questo è appunto quello che io desidero. Oh caro papà, cantare eternamente le lodi del Signore!

Poscia parve prendere di nuovo un po´ di sonno a guisa di chi riflette seriamente a cosa di grande importanza. Di li a poco si risvegliò e con voce chiara e ridente:

—  Addio, caro papà, addio: il prevosto voleva ancora dirmi altro ed io non posso più ricordarmi… Oh! che bella cosa io vedo mai… Così dicendo e ridendo con aria di paradiso spirò colle mani giunte innanzi al petto in forma di croce senza fare il minimo movimento”. (Memorie della morte di San Domenico Savio)

 

In onore del piccolo Gigante della fede San Domenico Savio – del quale ricordiamo oggi il giorno della morte – allievo del maestro Don Bosco, invocato dalle donne in gravidanza a rischio (sono tante anche le testimonianze di intercessione in merito), così venerato nella nostra Ispica e ancor più nella nostra Parrocchia della SS. Annunziata, gli è stato dedicato un gruppo di ministranti che con entusiasmo e dedizione offrono il loro servizio all’altare. Il gruppo nasce nel 2019. Qualcuno per devozione e grazia ricevuta ha anche donato la statua del piccolo – grande santo. Dopo un percorso di formazione “tecnica” e spirituale si procede al rito della vestizione, ovvero: i ministranti accompagnati dai propri genitori all’altare, verranno “vestiti” dalla tunichetta – tarcisiana ambita dai bambini. L’esempio di “santità bambina” che Domenico comunica ai nostri ragazzi, incentiva tanti di loro a camminare con lui e come lui, a favore di tutta la comunità che vede in questi piccoli la frizzante e vivace presenza di “servizio giovane” capace di allietare la vita comunitaria, le liturgie che ne ritmano la sua vita. La gioia del loro servizio è contagiosa e provocante. Vogliamo ringraziare loro e le loro famiglie per la presenza assidua e per l’encomiabile servizio. Possa San Domenico Savio stendere la sua protezione ancora su tutti loro e su tutti i ragazzi della nostra comunità ed aumentare le “vocazione del servizio all’altare”. A ri-vederci a maggio, quando potremo, così come negli scorsi anni, festeggiarlo e far tesoro di San Domenico, amico e compagno di santità.

Massimo Innorcia

(Foto di repertorio: Benedizione della nuova statua di San Domenico Savio – 2020)

1 commento

rosariapiazzese36@ gmail .it 17 Aprile 2021 - 23:19

Complimenti Massimo per questo molto
bello e interessante articolo

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