Home Annunziando Comunione, partecipazione, missione … il Sinodo visto dai giovani 1

Comunione, partecipazione, missione … il Sinodo visto dai giovani 1

da Redazione
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Avviamo con questa prima pubblicazione, una serie di articoli che intendono riportare e partecipare il cammino fatto dai ragazzi del post cresima della nostra comunità che ha avuto come filo conduttore quello del Sinodo che la Chiesa Universale sta vivendo proprio in questo tempo, momento provvidenziale di revisione e di crescita per cogliere l’attualità dello Spirito in azione. A questa pubblicazione ne seguiranno altre, proprio nell’idea di un cammino comune che mantiene come punto di riferimento il questionario offerto dalla Segreteria Sinodale, riportato in calce al presente articolo. Buona lettura!

A partire da alcune domande tratte dal vademecum per il sinodo sulla sinodalità e dal sito stesso del sinodo, i giovani del post cresima della Parrocchia Ss.ma Annunziata, sono stati chiamati e spronati a vedere nel Sinodo una occasione unica per riflettere e dare voce ai loro pensieri sulla Chiesa. Gli incontri hanno avuto inizio con la preghiera di invocazione allo Spirito Santo “Adsumus Sancte Spiritus”, sottolineandone il totale affidamento. I ragazzi hanno partecipato attivamente al dialogo e, dopo aver chiarito loro il tema del Sinodo e l’importanza, in quanto persone di fede e di Chiesa, hanno fatto la scelta di camminare insieme per costruire la comunità del futuro, riflesso dell’amore di Dio.

Ai punti n. 1 e 2 i ragazzi hanno visto come compagni di viaggio nella Chiesa, i loro coetanei e amici del gruppo di post cresima e gli educatori, come persone con le quali si possono aprire e confidare e nelle quali trovano disponibilità e ascolto senza essere giudicati. I ragazzi si sentono ascoltati perché riconoscono che hanno accanto delle persone che dedicano loro tempo e attenzione. Stare nel gruppo parrocchiale fa bene all’anima e al cuore, dà qualcosa che al di fuori della comunità non si trova. Le comitive, le mode del momento danno cose fluide e passeggere che lasciano un vuoto e sono responsabili dell’allontanamento dei ragazzi. Risulta difficile trasmettere il messaggio cristiano ed evangelico fuori dai gruppi della parrocchia; a volte si viene presi in giro. Molti ragazzi si allontanano dopo aver ricevuto i sacramenti: ciò avviene, secondo i ragazzi, perché a volte gli educatori non sono capaci di affascinare, di proporre incontri e cammini che siano adatti ai giovani e riflesso entusiasta dell’amore di Dio.  In questo senso gli educatori hanno una grande responsabilità. L’allontanamento è anche causato dalla mancanza di conoscenza vera del messaggio di Cristo e di cosa voglia dire vivere la comunità.

Il campo estivo ad Assisi è tra le esperienze che ha certamente contribuito a rafforzare il senso di appartenenza dei ragazzi alla Chiesa, a far sì che i ragazzi si sentano più parte integrante del gruppo che cammina nella fede.

La Chiesa ascolta tutti, soprattutto chi ha bisogno di essere aiutato e chi è in grado di farsi ascoltare senza avere paura di farlo.

I ragazzi si sono soffermati molto sul tema dell’ascolto: se da un lato loro si sentono ascoltati, dall’altro sono stati spronati a riflettere su come loro stessi possono farsi ascolto per l’altro o per i compagni. Il vero cristiano è colui che ha i cinque sensi allenati: così come Cristo passando per le strade si accorge e conosce chi ha bisogno, così anche loro e noi tutti siamo chiamati ad avere questa attenzione, ad ascoltare i silenzi dei compagni, a notarne le assenze, a preoccuparsi degli allontanamenti, a guardare con occhio innamorato chi in vario modo chiede aiuto. Allora farsi vicini e prossimi con un messaggio o una chiamata è il primo passo verso quell’ascolto di cui la Chiesa deve farsi maestra. L’ascolto deve anche farsi accoglienza di punti di vista diversi attraverso il confronto, l’abbattimento di ogni pregiudizio, un atteggiamento empatico. Ognuno è importante per la crescita e il cammino della comunità.

Un intero incontro è stato dedicato alla domanda sui segni dei tempi a cui fare attenzione. La pandemia ha certamente influito sui rapporti e sulle relazioni: ha chiesto a tutti di cambiare modo di farsi vicino all’altro in un tempo in cui la distanza ha cambiato gli schemi. La Chiesa per prima è stata spinta verso un modo nuovo di camminare che sta suggerendo una pastorale attenta ai singoli, fatta su misura, che tenga in considerazione il vissuto di ognuno. A livello personale la pandemia ha contribuito a una ulteriore chiusura di quei ragazzi dal carattere già timido e introverso, determinando l’assenza di amici e una sofferenza interiore che non si riesce a comunicare. Se prima la ricerca della felicità era legata a qualcosa di programmato o proiettato nel futuro, ora il bisogno di essere felici è legato soprattutto al tempo presente che va vissuto accogliendo e dando valore anche alle piccole cose, a una canzone, a un tramonto, allo stare con gli amici, la famiglia…

Ciascuno può e deve farsi messaggio, nella comunità e dentro le associazioni, di una fede nuova che vada oltre il passato, il si è sempre fatto così, l’imitazione, l’eccessività, promuovendo la “novità” che è un ingrediente rivelatore dello Spirito in azione. I ragazzi notano, con dispiacere, alle volte di vivere nella comunità composta dai più “vicini”, i praticanti e gli affezionati alla realtà ecclesiale, che cammina nella fede durante tutto l’anno, che partecipa alla vita comunitaria e quella e quella legata prevalentemente alle feste o a particolari ricorrenze dell’anno. Risulta infatti evidente l’assenza durante le messe o nei momenti comunitari, i momenti di preghiera e il cammino di crescita nella comunione reciproca. In particolare, si sente l’esigenza, di puntare ad un cammino di fede che non sia solo legato a fare determinate cose, interrompendosi poi e determinando l’assenza dalla comunità di molti per lungo tempo.

Ad alcuni dei ragazzi, scoraggiati e convinti della difficoltà o impossibilità di cambiare le cose, altri hanno risposto sostenendo la necessità di farsi portavoce di un certo cambiamento: questo è possibile se sostenuti dalla Fede e se, come Giovanni Battista, protagonista del cammino di Avvento fatto, si ha la determinazione, il coraggio e l’autorevolezza di andare controcorrente. Come lui, anche i nostri giovani possono essere profeti rivoluzionari capaci di andare fino in fondo perché vivificati dallo Spirito Santo, il fuoco che ognuno deve sentire di avere dentro e che spinge a essere messaggio evangelico. È possibile vivere in una comunità unita, sposandone le iniziative, partecipando attivamente alla vita comunitaria allo scopo di creare legami con tutti.

Soffermati nel periodo pasquale, il segno che questa Pasqua ha lasciato e che va senza dubbio colto, è quello di un diverso modo di vivere da cristiani, centrati e animati dalla sostanza della fede.

I ragazzi e animatori del gruppo post cresima

 

QUESTIONARIO

  1. Compagni di viaggio
    • Chi sono i compagni che apprezzi di più nella Chiesa? Perché?
    • Condividi un’esperienza personale che ti ha dato un vero senso di appartenenza alla Chiesa. Oppure, parla di un momento in cui vi sei sentito escluso o che non ti apparteneva.
    • Come possiamo includere meglio le persone ai margini?
    • Ti sei mai allontanato dalla comunità della Chiesa o conosci qualcuno che l’ha fatto? Quali sono le ragioni? Cosa farebbe avvicinare te (o quella persona) alla comunità della Chiesa?
  1. Ascolto
  • Chi pensi che siano le persone che la Chiesa sta ascoltando?
  • Ti senti ascoltato nella Chiesa? Perché o perché no? Condividi un’esperienza concreta recente, positiva o meno.
  • Come può la Chiesa fare meglio per ascoltare tutti? Come possiamo ascoltare meglio gli altri, specialmente quelli che hanno un punto di vista diverso dal nostro?
  • Quali sono i “segni dei tempi” a cui dobbiamo prestare più attenzione?
  1. Parlare
    • Sai come, dove o con chi puoi condividere le tue opinioni quando hai qualcosa da dire nella tua comunità ecclesiale?
    • Come possiamo promuovere una comunicazione onesta e responsabile nella Chiesa e nella società?
  1. Celebrazione
  • Quali sono le preghiere comunitarie e le attività liturgiche a cui partecipi più frequentemente? Come fanno la differenza nella tua vita?
  • Cosa trovi più significativo o vivificante nelle liturgie della tua comunità ecclesiale locale? Cosa trovi meno significativo o vivificante? Come possono essere migliorate?
  • In che modo le liturgie nella tua comunità ecclesiale, specialmente la celebrazione dell’Eucaristia, sono inclusive e partecipative? Quali ulteriori miglioramenti sono necessari?
  1. Condividere la responsabilità della nostra missione comune
  • Come trovi un significato nella tua vita quotidiana e nel tuo lavoro? In che modo senti di essere parte della missione di Cristo? Condividi un’esperienza che ti ha fatto sentire davvero così.
  • Cosa pensi che impedisca alle persone di essere discepoli missionari attivi?
  1. Dialogo nella Chiesa e nella società
  • Cosa pensi che promuova o ostacoli il dialogo nella tua Chiesa locale e nella società? Quali sono i vari gruppi di persone che hanno bisogno di dialogare di più tra loro?
  • Come possiamo promuovere un migliore dialogo nella Chiesa e nella società?
  • Condividi le tue esperienze di dialogo, se ce ne sono, con persone di altre fedi o con non credenti. Cosa hai imparato da queste esperienze? Come può la Chiesa dialogare meglio con le altre religioni e con i vari settori della società?
  1. Ecumenismo
  • Quali interazioni ha la tua comunità ecclesiale locale con altre tradizioni cristiane? Partecipi regolarmente a queste interazioni? Condividi la tua esperienza.
  • Quali sono le gioie e i frutti, o le sfide e le difficoltà, nelle relazioni tra le diverse confessioni cristiane? Come possiamo camminare meglio insieme?

 

  1. Autorità e partecipazione
  • Quali sono gli attuali modi in cui i laici partecipano alla vita e alla missione della Chiesa? Secondo te, quale percentuale di laici pensi che partecipi attivamente? Cosa promuove o ostacola la loro partecipazione?
  • Senti che puoi farti avanti o agire facilmente se vuoi fare qualcosa nella Chiesa? Cosa ti aiuta o ti ostacola? Quale immagine useresti per descrivere il tuo posto nella Chiesa? Perché?
  • Cosa può fare il clero per incoraggiare una maggiore partecipazione alla vita e alla missione della chiesa? Cosa possono fare i laici?

 

  1. Discernere e decidere
  • Ti è mai stato chiesto un parere o un suggerimento su una decisione nella tua comunità ecclesiale? In base alla tua osservazione, quanto è frequente la consultazione e il discernimento nel processo decisionale nella tua comunità ecclesiale? In che misura gli attuali modi di prendere decisioni importanti promuovono l’ascolto di tutto il popolo di Dio? Come si può migliorare?
  • Quanto ne sai del discernimento comunitario o dei modi per ascoltare insieme, come comunità, i suggerimenti dello Spirito Santo? Hai mai fatto parte di tale discernimento? Cosa pensi che lo promuova o lo ostacoli?

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