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Da Betlemme a Gerusalemme. Il Presepe 2021 all’Annunziata

da Redazione
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Domenica 12 Dicembre, a conclusione della S. Messa serale, si è tenuta la benedizione ed inaugurazione del presepe artistico monumentale che, ogni anno, l’Associazione Cattolica Don Bosco con cura e dedizione costruisce nella nostra Basilica. Anno per anno un  tema centrale accompagna i lavori del presepe e i visitatori che nel periodo delle festività natalizie giovano di un essenziale segno di fede e di preghiera, qual’è quello del presepe. Il tema di questo anno è davvero singolare. Il presepe, che rappresenta uno squarcio della città di Gerusalemme, città della pace e dell’unità, congiunge insieme la nascita e la passione del Cristo Figlio di Dio, quasi a rappresentare una parabola della vita umana e della sua rinascita. Quella che ci attendiamo e per la quale ci impegniamo in questo tempo di pandemia. Pubblichiamo nel nostro giornale il commento al presepe di Don Manlio.

 

Non c’è Natale senza Pasqua, non nascita senza morte, non buio senza luce. Nascita e morte di Gesù sono i momenti forti dell’Associazione Cattolica Don Bosco e della Comunità Parrocchiale della SS. Annunziata di Ispica. Nel presepe dell’anno 2021 vi è l’idea del percorso, del divenire e della rinascita. Vi è tutto il sentimento di questi anni di pandemia e del desiderio di ripresa nella vita come nell’interiorità di ciascuno. Non c’è spazio nei cuori per la tristezza e la nostalgia ma solo il desiderio di dinamismo, creatività, rinnovamento: tutti spiragli che il tempo presente di crisi offre sotto forma di semi da saper coltivare.

La “lieta novella annunziata”, oggi più che mai messa in crisi dal secolarismo imperante, prende corpo in un bambino – Dio che ha toccato il cuore dell’uomo come il più abile degli innamorati. Vediamo così anche il nostro futuro, riappropriandoci delle nostre tradizioni che nel Venerdì Santo trovano il momento cruciale della manifestazione di questo unico ed intenso amore. Un amore che ci lega e unisce in un’unica famiglia.

Gerusalemme – Betlemme è la distanza tra due città e tra due cuori. In una c’è chi non riesce ad adorare il Bambino Gesù, come Erode, e chi invece, ha il coraggio di camminare e prostrarsi davanti ad una nuova promessa, come i Magi. Scoprire che nello sguardo di Dio c’è posto per i feriti, gli affaticati, i maltrattati e gli abbandonati: che la sua forza e il suo potere si chiama misericordia. I magi sentirono nostalgia, non volevano più le solite cose. Erano abituati, assuefatti e stanchi degli Erode del loro tempo. Ma anche lì, a Gerusalemme, c’era una promessa di novità, una promessa di gratuità. Quella di un amore che fa risorgere. Oggi come allora tutto parte da questa distanza … quanto dista Betlemme da Gerusalemme? Poco se abbiamo il coraggio di essere aperti ad una novità.

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