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Diventare sposi a scuola di tenerezza

da Redazione
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Sabato e domenica 26 e 27 Febbraio 2022 siamo stati invitati presso il Convento S. Maria di Gesù ad  Ispica per un Incontro esperienziale sulla Tenerezza Sponsale.

Relatori una speciale coppia di sposi Michele e Carmela Miraglia della Comunità Aquila e Priscilla di Caltanissetta.

Il primo giorno, arrivati all’incontro, siamo stati accolti calorosamente da Michele e Carmela invitandoci a prendere postotrovando su ogni sedia dei cioccolatini a forma di cuore e bigliettini che riportavano alcune frasi dell’Enciclica Amoris Laetitia”: “Valorizzando di più la comunione personale tra gli sposi, si contribuisce a umanizzare l’intera convivenza familiare “ (AL32) oppure “Se i genitori sono come le fondamenta della casa, i figli sono come le <pietre vive> della famiglia” (AL14)  e tanti altri che esaltano l’Amore e la Tenerezza che Dio manifesta nei confronti dell’uomo e della donna.

Abbiamo sperimentato il significato di pensieri, parole, carezze, gesti, sguardi e comportamenti che dovrebbero accompagnare la vita matrimoniale dei coniugi, nella continua e reciproca dimostrazione d’amore e l’importanza di pregare insieme come coppia.

Michele ci ha raccontato la favola della “Conchiglia che viveva in un fondale marino che, dopo una tempesta, aveva ingerito una scheggia che le causava dolore. La conchiglia non riuscì a liberarsi, piangeva continuamente e man mano che passava il tempo, notava che il dolore diminuiva. La scheggia fu circondata dalle sue lacrime, diventò parte integrante della conchiglia e si trasformò in una Perla Preziosa.

La favola ci insegna che, quando una crisi colpisce il rapporto coniugale non deve essere considerata un ostacolo insormontabile. Questa potrebbe causare solitudine, estraneità o potrebbe causare un’insofferenza tale da logorare il rapporto. La cosa giusta è quella di considerarla un’occasione di confronto per analizzare le cause che l’hanno provocata e per affrontarla con le strategie adeguate. La crisi non deve essere considerata una sconfitta ma deve rappresentare un momento di rinascita.

Dopo ogni marito ha regalato una Perla alla moglie e l’ha accompagnata con una frase di apprezzamento ed il gesto è stato accettato con gratitudine!!!. Michele e Carmela hanno consigliato di conservarla a vista e di guardarla per ricordare il significato del gesto.

Abbiamo compreso che non bisogna dare per scontato il fatto che due persone si amino ma che è importante sempre manifestare i propri sentimenti.

Finita la prima parte dell’esperienza sulla tenerezza siamo andati alla celebrazione dell’eucarestia svoltasi in parrocchia. Abbiamo ascoltato il Vangelo dove si parlava di non guardare la pagliuzza inserita nell’occhio del fratello ma di togliere la trave inserita nel proprio occhio. Questo Vangelo ci ha fatto riscoprire l’importanza di non utilizzare le ferite per giudicare o attaccare il coniuge ma di utilizzare la tenerezza per affrontare le divergenze di opinione andando per andare oltre i propri difetti ed esercitando il perdono reciproco.

Dopo la messa siamo stati invitati alla festa della Tenerezza e, con grande sorpresa, ci siamo ritrovati a ballare il “lento” in coppia e ogni marito ha regalato una rosa rossa alla moglie

Alla fine della serata è stata sorteggiata la coppia Miss Tenerezza.  

Il secondo giorno Michele e Carmela ci hanno fatto vedere il testo scritto di una conversazione realizzata tra un marito ed una moglie ed è stata letta dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. La prima lettura ha esaltato il giusto modo con cui gli sposi devono comunicare all’interno di un rapporto tenero, amorevole e aperto come Dio lo desidera. La seconda lettura ha evidenziato il modo sbagliato con cui gli sposi non devono comunicare perché rappresenta un rapporto duro, odioso e chiuso come lo impone il demonio.

Abbiamo compreso che un rapporto di coppia non nasce forte ma lo diviene nel tempo perché va continuamente alimentato mettendo attraverso i punti di forza e i punti di debolezza di entrambi i coniugi. In questo modo  i coniugi realizzano il cammino matrimoniale con la comprensione, con l’amore e con il sostegno reciproco per superare le difficoltà.

Successivamente, siamo stati invitati a pregare

Durante la Preghiera di Lode e di Ringraziamento, si sperimentava la forte presenza dello Spirito Santo e si percepiva una intensa comunione spirituale.

La Preghiera di Intercessione che ogni coppia ha ricevuto ha rappresentato un momento unico dove le coppie si sono riviste in una Luce Diversa. Abbiamo sentito la vera forza del Sacramento del Matrimonio e abbiamo sperimentato le grazie legate ad esso, con la certezza di come la coppia si deve rinnovare e/o trasfigurare nell’Amore Divino e Trinitario e trovare il tempo per la preghiera in famiglia.

Il pranzo è stato un momento di condivisone perché abbiamo sperimentato la gioia di stare insieme, consolidando  l’amicizia in uno scambio costruttivo di idee e di esperienze.

Il nostro percorso tende a concludersi e nel pomeriggio ogni coppia condivide la propria  testimonianza in un confronto diretto, intenso e proficuo.

Dopo le testimonianze abbiamo rinnovato le promesse matrimoniali. In questa occasione, come dice papa Francesco, io e mia moglie abbiamo riscoperto il significato profondo della frase “Io ti accolgo nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della propria vita”.

Si è esaltata l’importanza di un rapporto coniugale intenso, tenero, complice ed amorevole come quello che si realizza tra San Giuseppe e la Madonna e tra la Madonna e Gesù Bambino perché in questo scambio di Tenerezza si manifesta lo Spirito Santo.

Si è discusso sulle grazie ricevute e abbiamo compreso che quello che abbiamo vissuto non deve rappresentare un’esperienza transitoria ma che possa diventare un impegno concreto per far sperimentare ad altre coppie la bellezza della Tenerezza.

Alla fine dell’incontro ci siamo salutati con l’augurio di portare avanti questa esperienza.

Ringraziamo a chi ha permesso la realizzazione di questo speciale weekend, il nostro carissimo Don Manlio, Emanuele e Carmela Sudano e ad ogni coppia che ha collaborato.

Grazie per l’accoglienza ricevuta perché ci siamo sentiti veramente  in  FAMIGLIA.

di Angelo e Rosi Pisana

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