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Natale … condividere la gioia

da Redazione
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In questo periodo forte dell’anno, quello dell’Avvento in preparazione al Natale, a tutti i gruppi Acr è stato proposto di misurarsi in un’esperienza di caritá concreta. Allora è nata l’idea di poter andare a trovare i ragazzi ospiti della comunità Inshallah, comunità di accoglienza per stranieri Immigrati presenti nel nostro territorio comunale.
Come gruppo di ragazzi di terza media della parrocchia SS. Annunziata abbiamo allora trascorso insieme un pomeriggio all’insegna dell’amicizia e della fraternità.
Per noi i ragazzi è stata una grande gioia accogliere i nostri pari per poter trascorrere delle ore piacevoli in loro compagnia; aldilà della cultura, dell’etnia o del proprio credo, abbiamo ribadito ancora una volta il concetto che si è tutti figli dello stesso Dio.

Inizialmente ci siamo disposti a cerchio per cominciare il giro delle presentazioni; grazie a Donato, uno dei loro catechisti che ci ha accompagnati con la sua chitarra, ci siamo sentiti a nostro agio con canti e balli.
Abbiamo condiviso insieme una ricca merenda, con dolci tipici natalizi, scambiando successivamente piccoli doni da poter aggiungere sull’albero di Natale.
Tutti, ragazzi ed operatori, siamo grati per aver donato questo momento indimenticabile che rimarrà scolpito sui nostri cuori!

Di seguito, alcune delle riflessioni dei membri della comunità Inshallah e di uno dei ragazzi della SS. Annunziata, che esprimono emozioni e sentimenti che ha suscitato in ciascuno questo intenso momento.

Sabato siamo stati tanto felici per le persone che sono venute a trovarci, qui al centro. Ci hanno fatto sentire a casa! I ragazzi della nostra età ci hanno dato l’idea che gli italiani siano delle persone buone, tra le migliori al mondo, senza pregiudizi e capaci di condividere con noi alcune cose importanti. Ho apprezzato molto il discorso sulla religione. Siamo rimasti soddisfatti e desideriamo vederli tutti quanti ancora”. (D. L.)

“Mi sono divertito con la presenza di così tante persone nuove venute a posta per conoscerci. La giornata è stata bella; con i ragazzi italiani abbiamo cantato, ballato, fatto merenda insieme come dei veri fratelli ma, la cosa più importante, è che abbiamo fatto amicizia!” (R. M.)

“È stata una bella giornata perché abbiamo conosciuto diversi ragazzi italiani con i quali è nata un’amicizia. Non ci siamo sentiti stranieri, abbiamo scoperto che esiste un solo Dio e siamo tutti uguali. Mi è piaciuto molto condividere balli e canti. Gli ospiti sono stati gentili perché hanno condiviso con noi la loro ricca merenda, è stato un bel gesto!” (H. R.)

Mi chiamo Mattia, ho 13 anni e frequento la terza media. Sabato 16 dicembre, insieme al mio gruppo di catechismo della parrocchia SS. Annunziata e ai nostri catechisti, siamo andati presso la comunità Inshallah  dove vivono quindici ragazzi provenienti dal Burkina Faso, dall’ Egitto e dalla Tunisia.

Il tempo del Natale ci incoraggia ad andare incontro all’altro. Così abbiamo deciso di incontrare e conoscere questi nostri fratelli musulmani che vivono lontani dalle loro famiglie.

Su invito dei catechisti abbiamo portato qualcosa per fare merenda insieme: un gesto semplice che ci ha fatto capire la bellezza della condivisione e del mettere in comune ciò che si ha.
Quando abbiamo iniziato le attività eravamo un po’ in imbarazzo, anche perché ci conoscevamo poco.  Ma poi abbiamo preso subito confidenza: noi suonavamo con la chitarra e loro con il djembe, una specie di tamburo del loro paese di origine. Dopo questo primo approccio di conoscenza e presentazioni, abbiamo riflettutosul fatto che, pur nella diversità esteriore, il nostro modo di sentire, le nostre emozioni, i valori dell’amicizia e del rispetto reciproco ci accomunano e ci accompagnano.

Guidati dai nostri catechisti abbiamo fatto una breve riflessione su Abramo, un personaggio dell’antico testamento che è in comune alla religione musulmana e a quella cristiana. Abbiamo recitato insieme una preghiera interreligiosa e poi un ragazzo egiziano ha letto una preghiera dedicata alla mamma che loro stessi avevano composto. Questa preghiera mi ha commosso tanto perché esprimeva  tutto il loro bene verso la mamma, la mancanza che sentono vivendo lontano e il desiderio che hanno in cuor loro di poterla un giorno riabbracciare.
Dopo aver fatto merenda insieme, abbiamo fatto una bella foto ti gruppo.  Alcuni dei ragazzi hanno iniziato a farsi delle foto con me perché assomiglio a un rapper famoso di nome “Sfera e basta che tra l’altro è il mio cantante preferito. Dopo le foto abbiamo hanno fatto dei balli tipici del loro paese.

Quando è arrivato il momento di salutarci tutti eravamo tristi perché c’eravamo divertiti tanto e loro non volevano che ce ne andassimo. Anche noi siamo andati a casa a malincuore: è bastato poco per affezionarci gli uni agli altri.

Cosa ci ha insegnato questa esperienza? Per me questa esperienza ci ha fatto capire che se anche abbiamo un colorediverso di pelle o parliamo una lingua diversa ci si può divertire e ci si può amare per come siamo. Questa esperienza è stata molto emozionante ed arricchente; è stato bello passare il pomeriggio con questi ragazzi e potersi esprimere liberamente. Ringrazio i miei catechisti e Don Manlio per averci fatto vivere questa bellissima esperienza.(Mattia Di Giacomo)

I ragazzi della Comunità Inshallah e della Acr 3^ Media della SS. Annunziata

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