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Vangelo della III Domenica del tempo ordinario (ANNO B)

da Redazione
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Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Mc 1,14-20)

Commento

In queste poche righe sono racchiusi i quattro elementi chiave di tutto il vangelo. Iniziamo dal primo: Il tempo è compiuto cioè è giunto il momento. Nella concezione ebraica, il vero tempo è il futuro totalmente nuovo, ciò che i profeti avevano promesso. Il presente è sinonimo di attesa. Con la venuta di Gesù termina il tempo di attesa. Egli ci dice che il tempo è compiuto, ovvero che il futuro è già qui, proprio perché il futuro è Lui stesso. Se è finalmente giunto il momento favorevole, non tentennate, poiché la vera vita è a portata di mano; qui e adesso.

Il secondo elemento ci prospetta che Il Regno di Dio è vicino (è qui). Per dirla in altre parole, il tempo è finito perché è qui il regno di Dio. Per gli uditori di Gesù, il Regno di Dio è un’espressione molto cara, poiché rappresentava la concentrazione di ogni loro aspettativa, qualcosa che va oltre la miseria del presente. Il regno di Dio è il regno della giustizia, della pace, della libertà, dell’abbondanza, della verità. Esso, da un lato si oppone al regno dell’uomo ma dall’altro, è a portata dell’uomo stesso. Gli offre la salvezza.

Il terzo elemento, incoraggia alla conversione; se il regno di Dio è vicino, per accedervi e viverlo, occorre questa importante condizione: la conversione del cuore. Essa non è né un pio sentimento né un mutamento di sentimenti. Convertirsi significa volgere le spalle al nostro passato per aprirci alla vita nuova nello Spirito. C’è di più: la storia dell’umanità è arrivata ad un bivio e chi non curva si sfracella!

Credete al vangelo: quest’ultima espressione riassume le tre precedenti e dà loro il senso. In poche parole, affinché si possano concretizzare i primi tre punti, bisogna affidarsi al lieto annunzio. La fede, la nostra fede ha un solo volto: Gesù Cristo. Credere non è né un atto intellettuale, nè un impegno moralistico. Credere è la più alta forma di maturità umana, poiché l’uomo, per sua natura, non facilmente crede. Ed è proprio per questo motivo che l’evangelista Marco, tiene a sottolineare questo percorso di fede: convertitevi e credete al vangelo, come a dirci che la vita di fede è prima di tutto un’esperienza della fede. Possiamo anche diventare teologi di un certo spessore, ma se Gesù non penetra in primis nel nostro quotidiano, il regno di Dio resterà sempre, solo una pia illusione. A riprova di tutto questo, come possiamo vedere nella scena successiva, credere significa seguire Gesù, ed i primi discepoli lo fanno nell’istante stesso in cui il loro maestro li chiama a sé.

Donato Bruno

2 commenti

Gianframco 20 Gennaio 2021 - 23:28

Grazie, Donato, per come hai spezzato questa Parola: con un linguaggio semplice hai saputo evidenziare in modo efficace e profondo il messaggio che il brano del Vangelo intende lasciare alla nostra riflessione e alla nostra vita.

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Donato 22 Gennaio 2021 - 17:52

Grazie a te

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